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Ill.mo e Rev.mo Sig.re e Padrone mio col.mo
Infinit'obligo devo havere io insieme con questi padri e tutta la mia religione à V.S. Ill.ma e R.ma del favore che ci fa nella causa del beato Jacopo di Bevagna; con ogni humiltà la suplichiamo à volere continuare la gratia che ci fa di favorire questo nostro Beato à fine che si possi ottenere di poterne fare l'offitio nella provincia romana, imparticulare in questo convento dove risiedono le sue sante reliquie, che oltra il merito che ne bavera da detto Beato in perpetuo, li restarà la mia religione obligatissima di pregare il signore Iddio per la sua bona salute e per ogni sua maggior prosperità. Il latore della presente è il molto rev.do padre Provinciale romano, padre di molti meriti, il quale per molti negotii si ritrova in Roma, imparticulare per il negotio del beato Jacopo. Di novo rendendo infinite grafie a V.S. Ill.ma insieme con li padri del favore che ci fa, humilmente li fo reverentia e li bacio le vesti.
Da Bevagna alli 7 di marzo 1617.
Di V.S. Ill.ma e Rev.ma
Humilissimo servo
Fr. Francesco Maria Buratti.
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Autograph draft response (on fol. 275v):
Si risponda che ho con licenza di Nostro Signore aperto e letto il processo, il quale mi pare assai buono, ma da alcuni in qua Nostro Signore ha mutato modo di beatificare et vole che li processi vadino prima alla Rota, per vedere se sono in forma probante, et poi tornino alla congregatione, et si essaminino tutti li capi come si dovesse fare la canonizatione. Et però io ho fatto sapere all'ill.mo Sig'r cardinale Aracoeli et alli padri della religione che si aiutino co'l Papa per mandare il processo alla Rota, perche io non ho da far niente, fin che non torna alla congregatione. Se il processo pur fosse stato fatto più presto, già il negotio saria finito.
Questo Padre che scrive è priore del monasterio etc.