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Ill.mo et R.mo Sig.r mio Sig.r colend.mo
Feci, già buoni dì, questa Ode al Papa sopra i moti correnti: hor la presento a V.S. Ill.ma. Son certo che la vederà volentieri e con qualche suo gusto, e forse la farà vedere da Sua Beat.ne che è interessata nella materia che si tratta, se ben ha poca inclinatione à simili componimenti. In oltre le presento quest'altra Odetta sopra la mia revalescenza da una grave e pericolosa infirmila nuovamente patita, della quale con l'aiuto di Dio son liberato. Questi sono i presenti ch'io posso fare in conformità di quel: "Donarem pateras grataque commodus" - e poco doppo: "Sed non haec mihi vis: nec tibi talium Res est, aut animus deliciarum egens. Gaudes carminibus: Carmina possumus donare."
Spero nondimeno fra pochi di mandarle una Orationcella intitolata: "De obedientia Sacrosanctae Ecclesiae Romanae praestanda", fatta con occasione di questo Schiavon apostata, che ha lasciato il suo vescovo di Scalato et è andato in terre de heretici con haver mandato fuori quel suo diabolico manifesto che V.S. Ill.ma haverà, come penso, veduto. E, per dir il vero, son tenuto à mandarglela, perche è più sua che mia, essendo tutta quasi cavata dai suoi nobilissimi scritti, i quali ho in mano continuamente. Il Signore la conservi in stato di prospera salute, dalla quale parmi che dipendi la mia.
E col fine le faccio humilissima riverenza.
Di Venetia li 10 decembre 1616.
Di V.S. Ill.ma e R.ma
Servitor div.mo et oblig.mo
Ottavio Menini.
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Draft autograph response (on fol. 72v):
Si risponda che, letti li versi cosi della sanita si come dell'essortatione al Papa, non mi pare à proposito di mostrare i versi à N'ro Signore, perche so certo che non li leggerebbe, havendo altro da fare, ne gustando di questi componimenti, come per dire il vero ne anco io troppo ne gusto, se bene in gioventù ne ero ghiottissimo et ho scritto una infinità di versi, ma per il più heroici et di materie gravi. L'Oratione spero che sarà più grata cosi à Nostro Signore come anco à me.