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Rome ,20 f�vr�er 1616. Bellarmin � Anto�ne Cervini.
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Molto Ill.re Sig.or Cugino, Io desiderando giovare al sig.or Marcello, ho pensato che saria bene, che V.S. l'essortasse à finire questa estate lo studio suo legale, procurando attendervi con ogni diligenza, et prevalendosi delle academie che suol fare con molto frutto il Dottore Lucharini, sotto il quale studiò l'Abbate nostro, et si è fatto tanto honore nell'esame avanti à NS.. et molti Cardinali, et Prelati, che fu stimato di gran lunga migliore delli due compagni suoi, et il Papa istesso, che è parchissimo di parole, ha detto all'Abbate finito l'essame, et poi à me in camera, che si era portato benissimo. Vorrei poi, che all'Ottobre venisse à Roma, in casa mia, senza spendere niente di casa, poi che non ci sarà più l'Abbate, et le stanze saranno vote: et attendesse allo studio della theologia nel nostro collegio, dove ha studiato filosofia, et io starei con l'animo riposato, che non pigliaria male pratiche: et si farebbe idoneo à'gradi, et offitii ecclesiastici, perche à chi ha da esser prelato, et haver cura di chiese, la legge poco giova: et l'Abbate dice, che se havesse pensato di dover'esser Vescovo, non haveria mai studiato legge, ma la Sacra Scrittura, et i santi Padri, et V.S. puo ricordarsi, che la S.ta memoria di Papa Marcello non fu legista, ma theologo, et versatiss.o nella Scrittura, et a.ti Padri, et però esso nel concilio di Trento hebbe cura di tutta la quinta, et sesta sessione, come lo scrive il Vega, dove si determinò il punto piu difficile, che è la giustificazione, et il Cardinale de Monti, suo collega, che era legista, non vi hebbe parte nessuna. V.S. ci pensi sopra, et mi creda, che la stanza di Roma quanto è buona, se si studii theologia, tanto è mala, se si studii legge. Con questo gli prego da Dio ogni prosperità. Di Roma li 20 di Febraro 1616.<br>
 
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Di V.S. M.to Ill.re<br>
/ Molto 111/re Sig/or Cugino, Io desiderando giovare al sig/or
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Cugino aff.mo per servirla<br>
 
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Il Card. Bellarmino
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compagni suoi, et il Papa istesso, che parchissimo di parole, ha
 
 
 
detto all'Abbate finito l'essame, et poi me in camera, che si era
 
 
 
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starei con l'animo riposato, che non pigliaria male pratiche: et si
 
 
 
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V.S. pu� ricordarsi, che la S/ta memoria di Papa Marcello non fu le-
 
 
 
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et per� esso nel concilio di Trento hebbe cura di tutta la quinta,
 
 
 
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^^^ci pensi sopra, et mi creda,che la stanza di Roma quanto buona,se
 
 
 
si studii theologia, tanto mala,se si studii legge. Con questo gli
 
 
 
prego da Dio ogni prosperit�. Di Roma li 20 di Febraro 1616.
 
 
 
Di V.S. M^o
 
Mss.Cervin^ 53 fol.127. Orig.aut.
 
-^qadresse)
 
 
 
111/re
 
 
 
Cugino affamo per servirla Il ^ard. Bellarmino.
 
 
 
Al m/to ill/re Sig/or Cugino,il Sig/or Antonio Cercini.
 
 
 
/////
 
 
 
Montepulciano.
 
 
 
(cachet)
 

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Molto Ill.re Sig.or Cugino, Io desiderando giovare al sig.or Marcello, ho pensato che saria bene, che V.S. l'essortasse à finire questa estate lo studio suo legale, procurando attendervi con ogni diligenza, et prevalendosi delle academie che suol fare con molto frutto il Dottore Lucharini, sotto il quale studiò l'Abbate nostro, et si è fatto tanto honore nell'esame avanti à NS.. et molti Cardinali, et Prelati, che fu stimato di gran lunga migliore delli due compagni suoi, et il Papa istesso, che è parchissimo di parole, ha detto all'Abbate finito l'essame, et poi à me in camera, che si era portato benissimo. Vorrei poi, che all'Ottobre venisse à Roma, in casa mia, senza spendere niente di casa, poi che non ci sarà più l'Abbate, et le stanze saranno vote: et attendesse allo studio della theologia nel nostro collegio, dove ha studiato filosofia, et io starei con l'animo riposato, che non pigliaria male pratiche: et si farebbe idoneo à'gradi, et offitii ecclesiastici, perche à chi ha da esser prelato, et haver cura di chiese, la legge poco giova: et l'Abbate dice, che se havesse pensato di dover'esser Vescovo, non haveria mai studiato legge, ma la Sacra Scrittura, et i santi Padri, et V.S. puo ricordarsi, che la S.ta memoria di Papa Marcello non fu legista, ma theologo, et versatiss.o nella Scrittura, et a.ti Padri, et però esso nel concilio di Trento hebbe cura di tutta la quinta, et sesta sessione, come lo scrive il Vega, dove si determinò il punto piu difficile, che è la giustificazione, et il Cardinale de Monti, suo collega, che era legista, non vi hebbe parte nessuna. V.S. ci pensi sopra, et mi creda, che la stanza di Roma quanto è buona, se si studii theologia, tanto è mala, se si studii legge. Con questo gli prego da Dio ogni prosperità. Di Roma li 20 di Febraro 1616.
Di V.S. M.to Ill.re
Cugino aff.mo per servirla
Il Card. Bellarmino