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Ill.re Sig.or Cugino, Il vescovo di Perugia mi scrive non esser vero, che il dottore Angelo Angelilli gl'habbia parlato del matrimonio da trattarsi con il figliolo di V.S.; ma che si bene glen'ha parlato Monsig.r degl'Oddi, et esso non puo dire altro, se non che la figliola, della quale si tratta, e ricca, et ben'allevata, et di buoni costumi, etc. Ma se li suoi la vorranno maritare fuor di Perugia, non si puo sapere fin che non viene il suo fratello, et Monsignor degl'Oddi, che hora è qua, dice che quelli che trattano il matrimonio non vogliano apertamente escludere, ne includere.
Mi dispiace bene, che V.S. mandi le mie lettere fuora come dice quel dottore Angelo, che ha visto una mia lettera scritta à V.S. Io scrivo di mia mano molte cose domestiche, che non voglio che manco le vegga il secretario: et però molto meno conviene, che le vedino altre persone. Io gli dissi che era piu facile ottenere un Vescovado, che un benefitio semplice. Questo è vero, ma si deve intendere, quando le persone hanno le debite qualità. La prima è l'età di 30 anni finiti. La 2°, di esser Dottore, et talmente dotto, che possa sodisfare all'esame, che si fà alla presenza del Papa, et di sei Cardinali, et di altri tanti prelati, che assistano, et notano. La terza di essere sacerdote, et haver dato saggio di se in governi spirituali, dalli quali si raccolga la bontà, prudenza, zelo, et altre buone qualità, necessarie per governare bene il populo christiano. Quando il suo figliolo haverà questa qualità, sarà tempo di pensare à promoverlo. Iddio gli dia la sua santa gratia; et V.S. non mostri le mie lettere, ma rescriva qualche capitolo, et quello solo mostri à chi è necessario mostrarlo. Di Roma li 12 di Decembre 1615.
Di V.S.
Cugino Amorevoliss.o
Il Card.le Bellarmino.