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di venire ad limina, non venendo al debito tempo, ò in altra maniera.
Al 7°, si contenta che l'honore del cavalierato, che concesse la Santa mem. di papa Clemente VIII à Thomaso Perpignano da Tine, gia defonto, si transferisca alli figlioli; ma quanto alla speditione del breve gratis, si rimette a monsignor Cobelluccio. Ma io so che monsignor Cobelluccio dirà, come altre volte ha detto à me, che esso non puo pregiudicare al collegio de' secretarii, fra li quali si dividono li emolumenti de' brevi, et che esso puo donare la parte sua, ma non quella degl'altri che hanno comprato la Secreteria.
All'8°. Non piace à N.S. che l'istesse facultà siano concesse alli Vicarii Generali spirituali di Tine pro tempore existentibus.
Al 9°, si contenta N.S. che monsignor vescovo di Tine possa, stastando in Venetia, trattare con frà Paulo Servita in cose necessarie, et senza scandolo; ma, cessante una delle due conditioni, non si contenta.
Quanto al memoriale di monsignor vescovo di Santorino, la Santità Sua si contenta che monsignor vescovo possa dispensare con Nicolò Gaurà et Nicoletta Gicala nel 2° et 3° grado di affinità, se quel 2° et 3° grado sia uno solo et non due gradi diversi, come si è detto di sopra nella prima domanda del vescovo di Tine.
Li altri due negotii di monsignor di Santorino non sono proposti al Papa, perche ne io ne il mio auditor l'habbiamo potuti intendere; et l'ultimo, non solo non s'intende, ma ancora non si puo spedire per vivae vocis oraculo, essendo cosa di giustitia. Con questo prego à V.S. Rev.ma da Dio ogni bene. Di Roma li 7 di decembre 1615.
Di V.S. etc.