Ser.mo Sig.r mio oss.mo
V.A. Ser.ma, che sà, ch'io gli vivo servitore di particolare osservanza,
et che pongo affetto nelli accidenti suoi, et della Ser.ma
sua casa, non poteva se non giudicare ch'io fossi per compatirla
nella morte della Ser.ma Duchessa sua consorte, Mene son'però doluto
con me stesso, et me ne dolgo con V.A. S.ma pregando à quell'anima
il Paradiso, et à chi resta quel restoro et consolatione di sì
cara perdita, che si sà desiderare. Et perché sò qual'sia la
prudenza di V.A. Ser.ma in ricevere ogni cosa dalla man di Dio, non
soggiongerò altro per non pregiudicargli; ma solo gli renderò le dovute
gratie (come faccio) della memoria, che si è degnata tenere in questo
caso della devotione mia verso di lei, alla quale faccio humilissima
riverenza, con ripregargli da Dio ogni felicità. Di Roma il
di 28 Genaro 1615.
Di V.A. Ser.ma
Devotissimo Servitore
Il Card.le Bellarmino
Page:EBC 1615 01 28 1534.pdf/1
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