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Ill.mo et R.mo Sig.re in Christo osserv.mo
Pax Christi.
Mosso io, ill.mo Signore, à pietà et compassione di questa povera città di Scio, che corre velocemente in ruina, et per la somma necessità nostra in che ci troviamo confidando che V.S. Ill.ma può dare facilmente remedio opportuno, mi son spinto à far la presente, et con ogni humiltà et riverenza proporli il bisogno grave che corre, accio lei si degnasse darli alcun soccorso (parendoli). Cotesta povera città, non solo è afflitta et travagliata da Turchi tiranni, manco dal suo vescovo in vari modi; perche lui correndo solo senza conseglio veruno fa cose che hanno dell'essorbitante. Tra le molte ne toccherà due o tre brevemente per essempio. Lui scommunica le persone, dopo le lascia illaqueate et intricate anni intieri dicendo li: Andate à Roma, potendo lui remediarle et assolverle; interdice la gente dalli sacramenti et non si cura accomodarle potendo, ma li dice: Andate à Roma, òvero: Aspetto risposta da Roma. Ad altri, che sono intricati per cosa di matrimonio, potendo darli rimedio li manda à Roma, et così lascia l'anime illaqueate ne i peccati, senza curarsene; et però sparlano di lui et passano à cose gravi di dispregio, et la gente sta desperata, non havendo qua dove far ricorso, et può succedere un tempo qualche grave cosa contra il vescovo con la facilità che si tiene delli Turchi. Di queste e cose simili ne succedono molte alla giornata et cossi la povera città sta in gravissima confusione per il suo prelato.
Cossi noi stiamo afflitti perchè cerca turbaci nelle cose nostre. Ha minacciato di voler interdirci la chiesa; ha detto che lui stesso voleva venire à discacciar il nostro predicatore dal pulpito per non so che scommunicato che venne alla predica, et pur noi l'havemo mandato via, havendo ordinato cosi lui; et dubitarne, per esser huomo stravagante che non succeda un giorno qualche grave disordine con noi; perche, se ne interdice la chiesa nostra, bisognerà aspettare un anno fin che venga resposta da Roma, come usa far con li altri
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