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Romae: 27 Jul. 1614. Bellarminus od Wagistratus dell'Aquila Molto illustri Signori. Io risposi all'altra lettera delle S S . W . dell! 30 di Maggio, che avevo udito il Sr. Canonico Rosa, et l'avevo pregato che parlasse all'Abbate generale de Celestini, che era qua all'bora occio si fosse piglioto qualche temperamento. Ma credo che non lo facesse, perch� da me non si lascio pi� vedere. Nell'istessa risposta (che mi dispiace si sia smarita), dicevo alle SS. VV. che desiderano dai loro, et a cotesta Cittd ogni sodisfattione, ma senza per� pregiudicare alla religione, della quale io ero protettore. Soggiunsi di pi� che il sollodato Canonico mi aveva alligata una Bolla di Papa Celestino, nella quale diceva contenersi, che queste feste si celebrassero con istrumenti musici, et di pi� l'usanza antichissima da che la Citt� dell'Aquila fu fon data. Io gli mostrai che nella Bolla di Papa Celestino non si nomi nano istrumenti musici, ma solo hinni e cantici et che l'usanza non � cosi antica, et che spesso 1'usanze buone degeneravano in abusi. L'istesso gli ho detto bora, et cosi rispondo a quest'altra lettera delle SS. W . di 22 di questo so^ggivagendogli che se il Breve che ho fatto ai Celestini sara in favore et corroboratione delie loro regioni in questo negotio, sar� fatto dichiarato serotino, io saro con le SS. W . , come ho detto all'istesso canonico (Rivicca) con quale ho discusso a longo, et me gli rimetto et con assicurare le S S . W . ,che sempre, che potro servirle salvo la giustizia, mi havranno prontissimo. Gli prego da Dio ogni felicit�. Di Roma il di 27 di Luglio 1614. Delle SS. W . Molto illustre Affmo per servirle Il Card. Bellarmino