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Molto Rev.do Padre mio. Quando mi capitò la lettera di V. R. intorno al negotio di quella Signora, che con la sua figliola desiderava entrare in un monasterio costi in Palermo, già io havevo supplicato N. S. per la gratia et l'haveva ottenuta; ma tuttavia feci divedere la lettera di V. R. al Secretario della Congregatione di Vescovi e Regolari per accelerare la speditione, e cosi hoggi hò havuto la lettera per il Sig'r card. Doria arcivescovo di Palermo per l'esecutione della gratia, et il Padre Rettore del collegio romano, il padre Giacomo Domenichi hà preso assunto di mandarla in mano al Padre Rettore del collegio di Palermo, il quale sarà insieme con V. R. acciò il negotio si tratti con quella prudenza che conviene. V. R. mi comandi pure liberamente, che lo servirò molto volentieri, con fidando che non si scordarà di me nelle sue sante orationi, mentre durerà il suo pellegrinaggio, e molto più quando sarà arrivato alla patria. Di Roma 6 di marzo 1614.
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Ill.mo et R.mo Signor mio oss.o.
Si manda un'altra lettera della sacra congregatione a V. S. Ill.ma per lassare entrare nel monasterio la Signora D.Maria Mastr'Antonio de Bardi con la figliola et una servente, et si sono levate quelle parole, che offendevano i fratelli di lei. Supplico V. S. Ill.ma à fare esseguire questa lettera, quale io ho impetrata, come anco impetravi l'altra, à ciò questo negotio al quale intendo che V. S. Ill.ma è assai favorevole, si accommodi per hora al meglio che si puo: sperando, che un giorno V. S. Ill.ma con la sua charità et prudenza le accommodarà intieramente.