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Alla m.to ill.re Sig.ra Nipote, la Sig.ra Maria Bellarmini
+ Jesus Maria +
Nepote amatissima. Ho ricevuto la vostra lettera et ho caro che siate contenta di questo parentado, come veramente è ragione che siate contenta e ne ringratiate Iddio, perchè vi è toccato un consorte di casa nobilissima da canto di padre e di madre, e di ottimi costumi e molta prudenza, e nell'età proportionata alla vostra; le quali conditioni rare volte concorrono insieme, si che voglio sperare che Dio abbia da benedire queste nozze, e che voi abbiate da trovare lunga pace e contentezza con quello sposo, che Dio per sua grazia vi ha provisto. Ma nondimeno, perchè le cose umane sottoposte sono a molte mutationi, voglio darvi alcuni ricordi, che molto vi giovaranno, se vorrete tenerli a mente et metterli in esecutione.
Il primo è, che vi sforziate accordare il vostro parere e volontà con quello del vostro marito, dove però non ci sia peccato, perchè la diversità de'pareri e desiderii partorisce alienatione di animo.
Il secondo, che la moglie et il marito si sopportino insieme, come dice San Paolo, supportantes invicem in charitate. Ogni persona ha qualche mancamento, e quando si sopportano con patienza, si gode gran pace; ma quando per ogni piccola cosa che offenda, la persona si sdegna, è impossibile vivere quietamente.
Il terzo è che stimiate il suocero e la suocera per padre e madre, e gli obediate reverentemente, non meno che fareste con il proprio padre e madre.
II quarto, che il marito lo teniate per signore e padrone, et intendiate che siete obbligata ad obedirlo et onorarlo come capo. Cosi dice San Pietro, che Sara moglie di Abramo non lo chiamava marito, ma signore; e santo Agostino racconta di Santa Monica sua madre, che quando il marito entrava in collera e gli gridava, ella stava humile e taciturna, senza replicar'niente, e di qui nasceva che, se bene il marito era sdegnosissimo, nondimeno mai hebbe discordia
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