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Ill. ri et molto Rev. Signori. La riforma delle constitutioni di Papa Marcello già è finita, ma per essere più sicuro che stia bene, la voglio far'vedere à due ò tre Vescovi, miei amici et dottissimi et pratichi in simili cose, et poi ne darò conto à N.S. et si mandarà costà.
Le SS.VV. mi mandarne tre considerationi. Alla prima dell'elettione del Camerlengo et Corbonario, mi è parso bene dargli in libertà di servare la constitutione di Papa Marcello, ò quella di Monsig.r Spinello, perche l'una e l'altra hà le sue ragioni. Il crescere la previsione à questi offitiali della massa commune, non par bene, perche le distributioni verrebbono troppo à sminuirsi, con detrimento de cappellani, i quali non participano di questi offitii.
Del Segretario, Ragioniere, se non sia il medesimo che revisore de conti et segretario maggiore, non parlano le constitutioni, et potrà il Capitolo fare à suo modo, purche non si dia à questi salario della massa commune à Canonici e Cappellani, et altrove, quanto io hò visto, il secretario serve per cortesia, senz'altro premio: et cosi può fare il segretario maggiore, bastandogli l'honore della sopraintendenza.
Alla seconda io veggo tanto chiara la mente di Papa Marcello, che i Cappellani siano perpetui et non si possino rimovere, se non per cause legitime, prout de jure, che non ardisco far'mutatione: massime che gli offitii ecclesiastici per il più sono ad vitam, a ciò siano più cari et le persone servino più volontieri, et però si essaminano: et cosi è l'usanza delle chiese principali di Roma. Et hora che la chiesa è cathedrale, et il Vescovo hà più autorità che non haveva l'Arciprete, pare che sia ragionevole che à lui appartenga più l'elettione di questi, et similmente la punitione privativa dell'offitio, che non a Canonici, et però non si potria tolerare che i Cappellani potessero ad nutum Capitoli mettersi et levarsi