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Ill.mo et R.mo Signore.<lb/>
Brescia,31 aout 1613* Blis�e de Bergamo Capucin � Bellarmin.
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Di già s'è introdotto et confermato un uso, ò (per quel che à me ne pare) un abuso in questa nostra provincia di Brescia,che tratto tratto ad instanza ò petitione di persona privata, in caso d'infermità ò d'altro travaglio, che dimandi le 40 ore, si leva o apre solamente la portella del tabernacolo o ciborio, che dir vogliamo, mettendo in prospettiva la custodia ò bussola in cui si conservano le particole consacrate et se gli tengono accese à certe parti del giorno, come mattina e sera, 6 candele, cantandosi sul tardittre hinni, Pange lingua etc. Veni creator etc. Ave maris stella etc. Il sacerdote con la cotta et stola incensa 2 ò 3 volte la pisside, recita alcune orationi ad placitum, con la custodia in mano la benedittione al populo, dicendo: Benedicat vos etc.<lb/>
 
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A me pare non senza ragione di chiamare cotesta cerimonia abuso, et pertanto degno di esser levato da Signori Cardinali sopra i riti ecclesiastici, si perche veggio Levitici cap.10 1 dannarsi ogni rito et cerimonia non sancita dalla Chiesa, leggendosi "Arreptisque Nadab et Abiu filii Aaron thuribulis imposuerunt ignem, incensum desuper offerentes coram Domino ignem alienum,quod eis praeceptum non erat." Notisi quelle ultime parole "Quod (il che) praeceptum non erat"; ergo quod non est sancitum vel praeceptum, ingratum est Deo. Legge ivi l'Ebreo<lb/>
^ Ill/mo et R/mo Signore.
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ove si chiama foco straniero et come dire reprobo. Ne il Sacerdotale ne il Rituale prescrive si fatta cerimonia: io pertanto ho ragione di tenerla per sospetta, ingrata à Dio et reproba.<lb/>
 
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Dalla parte etiamdio di quelle persone, ad instanza de quali (che viene ad occorrere spessissime fiate) si costuma, io son di parere che sia una manifesta fraude, battezzandosi (per buone limosine et pitanza) quella espositione intercalare perorazione di 40 hore. Per i quali rispetti mi son mosso à darne avviso al Sacro Collegio, et nominatim à V.S. Ill.ma Rev.ma che si degn (non ha molto)
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tione al populo,dicendo: Benedica! vos etc.
 
 
 
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//*so, et pertanto degno di esser levato da Signori Cardinali sopra i
 
 
 
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ogni rito et cerimonia non sancita dalla Chiesa,leggendosi "Arrep-
 
 
 
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sum desuper offerentes coram Domino ignem alienum,quod eis praecep-
 
 
 
tum non erat." Notisi quelle ultime parole "Quod (il che) praecep-
 
 
 
tum non erat"; ergo quod non est sancitum vel praeceptum,ingratum
 
 
 
est Deo. Legge ivi l'Ebreo
 
 
 
ove si chiama foco straniero et come dire reprobo. Ne il Sacerdota
 
 
 
le ne il Rituale prescrive si fatta cerimonia: io pertanto ho ragio-
 
 
 
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Dio et reproba.
 
 
 
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mosine et pitanza) quella espositione intercalare perorazione di 40
 
 
 
hore. Per i quali rispetti mi son mosso darne avviso al Sacro Col
 
 
 
legio, et nominatim V.S.Ill/ma Rev/ma che si degn (non ha molto)
 

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Ill.mo et R.mo Signore.
Di già s'è introdotto et confermato un uso, ò (per quel che à me ne pare) un abuso in questa nostra provincia di Brescia,che tratto tratto ad instanza ò petitione di persona privata, in caso d'infermità ò d'altro travaglio, che dimandi le 40 ore, si leva o apre solamente la portella del tabernacolo o ciborio, che dir vogliamo, mettendo in prospettiva la custodia ò bussola in cui si conservano le particole consacrate et se gli tengono accese à certe parti del giorno, come mattina e sera, 6 candele, cantandosi sul tardittre hinni, Pange lingua etc. Veni creator etc. Ave maris stella etc. Il sacerdote con la cotta et stola incensa 2 ò 3 volte la pisside, recita alcune orationi ad placitum, con la custodia in mano dà la benedittione al populo, dicendo: Benedicat vos etc.
A me pare non senza ragione di chiamare cotesta cerimonia abuso, et pertanto degno di esser levato da Signori Cardinali sopra i riti ecclesiastici, si perche veggio Levitici cap.10 n° 1 dannarsi ogni rito et cerimonia non sancita dalla Chiesa, leggendosi "Arreptisque Nadab et Abiu filii Aaron thuribulis imposuerunt ignem, incensum desuper offerentes coram Domino ignem alienum,quod eis praeceptum non erat." Notisi quelle ultime parole "Quod (il che) praeceptum non erat"; ergo quod non est sancitum vel praeceptum, ingratum est Deo. Legge ivi l'Ebreo
ove si chiama foco straniero et come dire reprobo. Ne il Sacerdotale ne il Rituale prescrive si fatta cerimonia: io pertanto ho ragione di tenerla per sospetta, ingrata à Dio et reproba.
Dalla parte etiamdio di quelle persone, ad instanza de quali (che viene ad occorrere spessissime fiate) si costuma, io son di parere che sia una manifesta fraude, battezzandosi (per buone limosine et pitanza) quella espositione intercalare perorazione di 40 hore. Per i quali rispetti mi son mosso à darne avviso al Sacro Collegio, et nominatim à V.S. Ill.ma Rev.ma che si degn (non ha molto)
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