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Molto Rev. Padre come fratello. Vedo dalla lettera di V. P. di 15 di questo quanto mi dice in materia delle difficoltà per le unioni delli monasterii picoli, et poiche non si può assolutamente fare quanto si era decretato, V. P. vada con la prudenza sua destreggiando nel miglior'modo che puote, che à lei mi rimetto.[1] In questo proposito soggiongo à V. P. che la Comunità di Cascia si duole molto che quel'loro monasterio sia stato unito à quello di Norcia, terra tanto aborita dalli Casciani, però quando si potesse dar'loro sodisfattione che fosse unito al monasterio dell'Aquila o che pure gli è vicino credo che per levarsi di haverlo sottoposto à Norchini se ne contentariano, et di questo parere è anco il Padre abbate di S.to Eusebio. Hora faccia V. P. anco in questo quanto gli pare conveniente, che me gli rimetto, et Dio N. S. la contenti. Di Roma il di 22 di Maggio 1613.
Di V. P. M. R. Come fratello
il Card.le Bellarmino.

P.re Abbate Gen.le de Celestini.

  1. Sulla riforma dei monasteri celestini si veda [1].