Rome,19 janv. 1613.
Bellarmin � Antoine Cervini.
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^ Molto 111^^ Sig�^ cugino. Non dee V.S. bavere � male, che li miei familiari habbiano fatto fede, che il Sig^^ Alessandro vada in habito, et stia in casa mia, perche simili fede non si possono negare senza fare ingiuria � chi le domanda. Ma io credo,che non giovino niente al Sig�^ Alessandro, poich� il concilio di Trento sess.23, cap.6 comanda, che per godere il privilegio del foro non basta por tare l'ahbito clericale, ma bisogna servire � qualche chiesa per ordine del vescovo. Ne si pu� dire, che il Sig�^ Alessandro serva alla chiesa, perche sta in casa mia, poich� non sta in casa come servitore, ma come parente, ne ha offitio alcuno,ne previsione, et pu� partirsi,quando vole, et fara quello,che vole, et se bene mi accompagna,quando vo fuora all'attioni publiche, questo lo fa libe ramente, come molti prelati,et vescovi, et altri miei amici, che per loro cortesia fanno l'istesso. Et se di questo V.S. vole fedi, ^ ^ ^ i l sig�^ Marcello le mander�. Quello, che sentine in questo caso i Padri Gesuiti, lo scriver� il sig�^ Marcello, perche io mi trovo occupatissimo. Il decreto � del concilio provinciale di Fiorenza non mi pare, che stringa, per che parla di quelli,che pigliano li ordini post motam litem: et il sig�^ Aless^ li pigli� dodici anni f�, prima che si cominciasse la lite. Con questo prego da Dio � V.S. ogni contento. Di Roma li 19 di Gennaro 1613. Di V.S. m^� 111^^ Cugino aff^� il Card.Bellarmino.
Al m^� ill^^ sig"^ cugino,il sig�o^r Antonio Cervini. (cachet) Firenze.
Mss. Cervini 53 fol.80.