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Ill.mo et R.mo Sig.re et Sig.re et padron mio col.mo
Hò dato risposta alla lettera di V.S.Ill.ma alli 30 del passato et hora li scrivo facendoli sapere la nostra salute et il contento grande, quale ho sentito leggendo la lettera di V.S. Ill.ma scritta al padre Rettore, ch'in vero non so che risponderli, vedendo il grand'affetto et effetto che tanto s'adopera per la persona mia in fare tanti ufficii con il Signor cardinale Aldobrandino et come dà S.S. Ill.ma gli viene risposto, che con buon'occasione haverebbe replicato a Nostro Signore quanto bisognava per me et come ne sperava bene. Et più scrive V.S. Ill.ma che sarebbe necessario che da qui si ricordasse con lettere il negotio toccando all'istesso signor Cardinale questi affari per la protettione ch'egli tiene dell'oriente, che del resto V.S. Ill.ma assicura il p. Rettore, che dove potrà sempre si mostrarà affezionatissimo di me per infiniti rispetti, chè certamente non sò che risponderli solo che voi tacere et chiamarmi perpetuamente suo schiavo, et per obbedirli si replica di nuovo il bisogno grande, et ne mando la copia a V.S. Ill.ma et un'altra all'ill.mo Ginnasio, quale me scrive due lettere per questo ordinario, certificandomi l'esser'io molto amato dall'ill.mo Aldobrandino et dall'ill.mo Bevilacqua. Et se non si fà qualche cosa adesso, io non spero più, et questa speranza tengo certo non sarà vana et riuscirà senz'altro, si per il mezzo di V.S. Ill.ma com'anco del Ginasio et Bevilacqua, tanto più che l'ill.mp Aldobrandino mi [scrive] per questo ordinario che mi ringratia et mi corrisponde con affetto vero et partiale et con dessiderio che li venga occasione d'adoperarsi per quanto vale per la persona mia. Non hebbe mai si potentissimi mezzi non solo il vesdovo di Milo semplice capellano dell'ambasciatore morto ne quanti hebbero mai vescovati, si come hò io, et haver servito a tempo della sa. mem. di Clemente ottavo et tre anni di questo, et poi morire un giorno di peste ò tornare alla provincia con pochissimo honore. Starò à vedere
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