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Ill.re Sig.re
 
Ill.re Sig.re
Ho grande compassione allo stato vostro. Ho parlato con il Sig.or Claudio Benci nostro zio, et esso mi ha detto, che potreste accomodarvi in casa del Sig.or duca di Sora al servitio del Sig.or marchese suo figliolo. Lo pregai ohe ne parlasse al Sig.or duca; mi ha riferito hoggi haverne parlato con la Sig.re duchessa, la quale ci ha buona speranza: ma perche il duca sta indisposto in letto, bisogna aspettare il tempo opportuno, et che quanto prima mi darà
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Ho grande compassione allo stato vostro. Ho parlato con il Sig.or [[citesName::Claudio Benci]] nostro zio, et esso mi ha detto, che potreste accomodarvi in casa del [[citesName::Giacomo I|Sig.or duca di Sora]] al servitio del Sig.or marchese suo figliolo. Lo pregai che ne parlasse al Sig.or duca; mi ha riferito hoggi haverne parlato con la [[citesName::Costanza Sforza di Santa Fiora|Sig.re duchessa]], la quale ci ha buona speranza: ma perche il duca sta indisposto in letto, bisogna aspettare il tempo opportuno, et che quanto prima mi darà
 
la resolutione, et che noi in questo mezo vi trattenesse costi in Acqua pendente.<lb/>
 
la resolutione, et che noi in questo mezo vi trattenesse costi in Acqua pendente.<lb/>
Se questo partito non vi piace, io sarei di opinione, che ri tornaste a Montepulciani, et io vi pagarò la pena pecuniaria tassata della Gran duchessa, quando mi farete sapere quanta sia, et in che termini si habbia da pagare. Il pigliarvi io in casa qua in Roma, non ardirei per non sdegnare la G. Duchessa, quale si dorrebbe di me, che havendo per intercessione mia ridutta la pena a pagarsi in cinq.anni, io vi tenesse in casa, et impedisse il paga mento: et sempre sareste in disgratia sua, et pure alla fine bisognaria pagare, se voleste rivedere mai la patria. Il mettervi in casa di qualche altro cardinale, o in luogo di militia, e difficile per molti capi, ma principalmente perche bisognarebbe, che haveste del vostro per vestirvi honoratamente, almeno cento scudi l'anno: il che voi non havete, et io difficilmente li posso dare, mas sime hora, che ho alle spalle Fabio vostro fratello, et pago anco qualche cosa a Gasparre, che se bene ha le spese del cardinale Madruzzo, et quaranta scudi di provisione, tuttavia non gli bastano. Hora potrete risolvervi o di aspettare costi la resolutione del dduca di Sora, o di andar a Montepulciano con prometter da parte m mia a chi tocca, che si pagarà da me la pena pecuniaria tassata. Et Dio vi contenti. Di Roma li 23 di Novembre 1610.<lb/>
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Se questo partito non vi piace, io sarei di opinione, che ritornaste a Montepulciani, et io vi pagarò la pena pecuniaria tassata della Gran duchessa, quando mi farete sapere quanta sia, et in che termini si habbia da pagare. Il pigliarvi io in casa qua in Roma, non ardirei per non sdegnare la G. Duchessa, quale si dorrebbe di me, che havendo per intercessione mia ridutta la pena a pagarsi in cinq.anni, io vi tenesse in casa, et impedisse il pagamento: et sempre sareste in disgratia sua, et pure alla fine bisognaria pagare, se voleste rivedere mai la patria. Il mettervi in casa di qualche altro cardinale, o in luogo di militia, e difficile per molti capi, ma principalmente perche bisognarebbe, che haveste del vostro per vestirvi honoratamente, almeno cento scudi l'anno: il che voi non havete, et io difficilmente li posso dare, massime hora, che ho alle spalle Fabio vostro fratello, et pago anco qualche cosa a Gasparre, che se bene ha le spese del cardinale Madruzzo, et quaranta scudi di provisione, tuttavia non gli bastano. Hora potrete risolvervi o di aspettare costi la resolutione del duca di Sora, o di andar a Montepulciano con prometter da parte m mia a chi tocca, che si pagarà da me la pena pecuniaria tassata. Et Dio vi contenti. Di Roma li 23 di Novembre 1610.<lb/>
 
V. parente amorevole / Il Card.Bellarmino. <lb/>
 
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Revision as of 11:17, 7 June 2019

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Ill.re Sig.re Ho grande compassione allo stato vostro. Ho parlato con il Sig.or Claudio Benci nostro zio, et esso mi ha detto, che potreste accomodarvi in casa del Sig.or duca di Sora al servitio del Sig.or marchese suo figliolo. Lo pregai che ne parlasse al Sig.or duca; mi ha riferito hoggi haverne parlato con la Sig.re duchessa, la quale ci ha buona speranza: ma perche il duca sta indisposto in letto, bisogna aspettare il tempo opportuno, et che quanto prima mi darà la resolutione, et che noi in questo mezo vi trattenesse costi in Acqua pendente.
Se questo partito non vi piace, io sarei di opinione, che ritornaste a Montepulciani, et io vi pagarò la pena pecuniaria tassata della Gran duchessa, quando mi farete sapere quanta sia, et in che termini si habbia da pagare. Il pigliarvi io in casa qua in Roma, non ardirei per non sdegnare la G. Duchessa, quale si dorrebbe di me, che havendo per intercessione mia ridutta la pena a pagarsi in cinq.anni, io vi tenesse in casa, et impedisse il pagamento: et sempre sareste in disgratia sua, et pure alla fine bisognaria pagare, se voleste rivedere mai la patria. Il mettervi in casa di qualche altro cardinale, o in luogo di militia, e difficile per molti capi, ma principalmente perche bisognarebbe, che haveste del vostro per vestirvi honoratamente, almeno cento scudi l'anno: il che voi non havete, et io difficilmente li posso dare, massime hora, che ho alle spalle Fabio vostro fratello, et pago anco qualche cosa a Gasparre, che se bene ha le spese del cardinale Madruzzo, et quaranta scudi di provisione, tuttavia non gli bastano. Hora potrete risolvervi o di aspettare costi la resolutione del duca di Sora, o di andar a Montepulciano con prometter da parte m mia a chi tocca, che si pagarà da me la pena pecuniaria tassata. Et Dio vi contenti. Di Roma li 23 di Novembre 1610.
V. parente amorevole / Il Card.Bellarmino.

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