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(di mano del secretario)
Molto Rev.do Padre. Antonio Rossi Capuano, che darà questa mia a V.R., ho bisogno del favore e carità di lei per accomodarsi costi, o in Palermo, al servizio di qualche signore, e perchè mi si dice da persona degna di fede che egli merita d'essere aiutato e che si farà honore, ho voluto raccomandarlo a V.R. acciò l'aiuti con chi bisognasse affine che trovi patrone e trattenimento, che di cuore glielo raccomando. Con che rimettendomi all'istesso, che gli dirà il bisogno e desiderio suo, raccomando anco me stesso alle sue orationi, priegandogli da Dio ogni bene. Di Roma, il di 15 d'agosto 1610.
(di mano propria)
Veggo che questi non sono negotii per V.R., ma non posso negare simili officii a chi me ne fa instanza. Ne si desidera altro se non che lo raccomandi a qualche suo devoto antico. Questa servirà anco per risposta alla lettera sua delli 14 di luglio, nella quale ho inteso la persecutione che patisce costì la Compagnia per giustitia, et V.R. sà quello che è scritto: Beati qui persecutionem patiuntur propter iustitiam. Il vescovo dell'Aquila, non ostante la prohibitione, volse pure dire la messa del beato Ignatio il giorno della festa in chiesa nostra in quella città, interpretando da se la mente di N.ro Sig.re . Non laudo neo vitupero. Non si scordi aiutarmi colle sue orationi.
Di V.R.
Servo in Christo.
R.C.B.