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Roma,25 jul�i 1609. Bellarm�nus fratr� Thomae
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Molto ill.re signor fratello. Il signor Vicario saria di parere, che io trattasse con la congregatione de Vescovi et Religiosi di haver decreto di estintione del Monasterio de Sta Chiara con dar principio ad un altro dentro la città, et privare le monache dell'administratione delle loro entrate, con costituere un economo che desse alle monache il necessario, et il resto impiegasse nella fabrica. Questo pensiero mi piace, ma non voglio esseguirlo se non ne si interessa il publico della citta, anzi voglio esserne pregato da loro, perche ho visto,che l'unione di Sta Mustiola al duomo, che era tanto lodata da alcuni, è dispiaciuta a molti, et sono ricorsi piu volte a Fiorenza.<lb/>
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Io so che vi sono de gentil'huomini, a quali non piace questa novità di tirar le monache di Sta Chiara dentro con tanta loro repugnanza. Et però se il publico non si contenta, anzi non mi domanda questo, non penso farne altro, ma starò fermo in non permettere, che si vesta piu in Sta Chiara, et cosi forse si dimoranno. Io non sono Vescovo di Montepulciano, ma per modum provisionis ho preso la cura; et però basterà che intratenga le cose fin che torni il Vescovo, senza dare occasione a cotesti cervelli di riprendere le mie attioni. Altro non mi occorre. Dio sia in sua custodia, et di sua famiglia. Di Roma li 25 di Luglio 1609.<lb/>
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fratello aff.mo di V.S.<lb/>
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Il Card. Bellarmino.<lb/>
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Al molto ill.re signor fratello, il Signor Thommasso Bellarmini. <lb/>
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Montepulciano.
  
897bis
 
  
Molto �li.re signor fratello. Il signor Vicario saria d� parere, che io trattasse con la congregatione de Vescovi et Religiosi d� haver decreto di est�nt�one del Monaster�o de Sta Chiara con dar princ�pio ad un altro dentro la citt�, et privare le monache dell' administratione delle loro entrate, con costituere un economo che desse alle monache il necessario, et il resto impiegasse nella f^= hr�ca. Questo pensiero mi piace, ma non voglio essegu�rlo se non ne s� interessa il publ�co della citta, anzi voglio esserne pregato da loro, perche ho visto,che l'unione di Sta Mustiola al duomo, che era tanto lodata da alcuni, � dispiaciuta a molti, et sono ricorsi piu volte a Fiorenza. Io so che vi sono de gentil'huomini, a quali non piace questa novit� di tirar le monache d� Sta Chiara dentro con tanta loro repugnanza. Et per� se i� publ�co non si contenta, anzi non mi domanda questo, non penso farne altro, ma star� fermo in non permettere, che s� ves= ta piu in Sta Chiara, et cos� forse si d�moranno. Io non sono Ves= covo di Montepulciano, ma per modum prov�sion�s ho preso la cura; et per� baster� che �ntratenga le cose fin che torn� il Vescovo, senza dare occasione a cotesti cervelli d� riprendere le m�e attieni. Al= tro non mi occorre. D�o sia in sua custodia, et d� sua fam�glia. D� Roma l� 25 d� Luglio 1609.
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fratello aff.mo di V.S. Il Card. Bellarmino.
 
Al molto �li.re signor fratello,il Signor Thommasso Bellarmin!. Montepulciano.
 
 
 
Arch.comun.Forl�, Coll.autorg.Bellarm., n.27. Autog.B.
 
 
 
 
 
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Molto ill.re signor fratello. Il signor Vicario saria di parere, che io trattasse con la congregatione de Vescovi et Religiosi di haver decreto di estintione del Monasterio de Sta Chiara con dar principio ad un altro dentro la città, et privare le monache dell'administratione delle loro entrate, con costituere un economo che desse alle monache il necessario, et il resto impiegasse nella fabrica. Questo pensiero mi piace, ma non voglio esseguirlo se non ne si interessa il publico della citta, anzi voglio esserne pregato da loro, perche ho visto,che l'unione di Sta Mustiola al duomo, che era tanto lodata da alcuni, è dispiaciuta a molti, et sono ricorsi piu volte a Fiorenza.
Io so che vi sono de gentil'huomini, a quali non piace questa novità di tirar le monache di Sta Chiara dentro con tanta loro repugnanza. Et però se il publico non si contenta, anzi non mi domanda questo, non penso farne altro, ma starò fermo in non permettere, che si vesta piu in Sta Chiara, et cosi forse si dimoranno. Io non sono Vescovo di Montepulciano, ma per modum provisionis ho preso la cura; et però basterà che intratenga le cose fin che torni il Vescovo, senza dare occasione a cotesti cervelli di riprendere le mie attioni. Altro non mi occorre. Dio sia in sua custodia, et di sua famiglia. Di Roma li 25 di Luglio 1609.
fratello aff.mo di V.S.
Il Card. Bellarmino.
Al molto ill.re signor fratello, il Signor Thommasso Bellarmini.
Montepulciano.