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Roma,10 juli 1609. Bellarm�nus fratri Thomae.
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Molto ill.re signor fratello. La signora Dianira Benci hieri mori piamente, doppo un dolore continuo di dieci mesi, e se gl'è trovato sopra la carne una dura corda con alcuni chiodi. Io stimo che sia in luogo di salute, massime per la patienza havuta tanti anni con un marito, che
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la trattava cosi male, come si sà. Feci parlare al Signor Claudio Benci dal mio Maestro di casa, a ciò aiutasse Fabio, et non si e potuto far niente, perche non si cura de parenti. Io non penso tirarlo in casa, non perche habbia paura di metter fuoco fra parenti, che questa è ragione senza fondamento, et noi habbiamo infiniti essempii avanti.
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<hi rend="underline">Il Pontifice presente</hi> ha inalzato sopra tutti un Nipote da sorella, e tutti lo riveriscano et gli cedono, ancora li fratelli del Papa: et non si teme per questo fuoco alcuno. Pio V inalzo i pronepoti di sorella, et fece poco conto del nipote da parte del fratello,perche non meritava, et non vidde guerra ne foco. Papa Marcello tenne pure in casa Messir Hieronymo, fratello di nostro Padre, et Messir Galieno, suo cognato, ne ci fu rumore. Et di questi essempii ve ne sono molti. La causa, che io non lo voglio in casa è, perche e putto svistato, e questi non
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stanno bene nelle corti. Et anco perche e alquanto altiero, et io voglio tenerlo basso. Cominciò al principio à domandar la carozza, ma poi che una o due volte lo negai,non l'ha piu domandata: et così penso mantenerlo basso senza dargli adito ne ardire. Ma il mandarlo a Montepulciano per hora non mi (pag.2) par bene, perche essendo venuto qua senza licenza del Padre, non so come saria riceuto, et senza il governo del Padre, senza dubbo, vivendo a suo modo, si perderia, et io haverei perso la spesa, che ho fatto per farlo studiare. Mandarlo a Perugia alla Sapienza, saria cosa molto periculosa, essendo putto et avistato. Si che mi risolvo tenerlo ancora un altro anno alla dozzina, et alle schuole, et questa stimo esser limosina buona et accetta a Dio. Ma bene desidero, che V.S. solleciti il Vicario, et altri a chi tocca, per la speditione di quel benefitio, à cio la spesa mia non sia così grande. Con questo saluto V.S. et tutti di casa. Di Roma li 10 di Luglio 1609. (etc. de solito)
  
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Benc� dal mio Maestro d� casa, a ci� aiutasse Fabio, et non si e potu=
 
 
 
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Sapienza,sar�a cosa molto periculosa, essendo putto et av�stato.Si che
 
 
 
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et questa stimo esser limosina buona et accetta a Dio. Ma bene des�de=
 
 
 
ro,che V.S. solleciti il Vicario,et altri a chi tocca, per la speditio=
 
 
 
ne d� quel benefitio, � ci� la spesa mia non s�a cos� grande.Con questo
 
 
 
saluto V.S. et tutti d� casa. Di Roma l� 10 di Luglio 1609. (etc.de so-
 
 
 
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lito)
 
 
 
Forl�, Coll.autogr.Bellarm., n.24. Autogr.B.
 
 
 
 
 
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Molto ill.re signor fratello. La signora Dianira Benci hieri mori piamente, doppo un dolore continuo di dieci mesi, e se gl'è trovato sopra la carne una dura corda con alcuni chiodi. Io stimo che sia in luogo di salute, massime per la patienza havuta tanti anni con un marito, che la trattava cosi male, come si sà. Feci parlare al Signor Claudio Benci dal mio Maestro di casa, a ciò aiutasse Fabio, et non si e potuto far niente, perche non si cura de parenti. Io non penso tirarlo in casa, non perche habbia paura di metter fuoco fra parenti, che questa è ragione senza fondamento, et noi habbiamo infiniti essempii avanti. Il Pontifice presente ha inalzato sopra tutti un Nipote da sorella, e tutti lo riveriscano et gli cedono, ancora li fratelli del Papa: et non si teme per questo fuoco alcuno. Pio V inalzo i pronepoti di sorella, et fece poco conto del nipote da parte del fratello,perche non meritava, et non vidde guerra ne foco. Papa Marcello tenne pure in casa Messir Hieronymo, fratello di nostro Padre, et Messir Galieno, suo cognato, ne ci fu rumore. Et di questi essempii ve ne sono molti. La causa, che io non lo voglio in casa è, perche e putto svistato, e questi non stanno bene nelle corti. Et anco perche e alquanto altiero, et io voglio tenerlo basso. Cominciò al principio à domandar la carozza, ma poi che una o due volte lo negai,non l'ha piu domandata: et così penso mantenerlo basso senza dargli adito ne ardire. Ma il mandarlo a Montepulciano per hora non mi (pag.2) par bene, perche essendo venuto qua senza licenza del Padre, non so come saria riceuto, et senza il governo del Padre, senza dubbo, vivendo a suo modo, si perderia, et io haverei perso la spesa, che ho fatto per farlo studiare. Mandarlo a Perugia alla Sapienza, saria cosa molto periculosa, essendo putto et avistato. Si che mi risolvo tenerlo ancora un altro anno alla dozzina, et alle schuole, et questa stimo esser limosina buona et accetta a Dio. Ma bene desidero, che V.S. solleciti il Vicario, et altri a chi tocca, per la speditione di quel benefitio, à cio la spesa mia non sia così grande. Con questo saluto V.S. et tutti di casa. Di Roma li 10 di Luglio 1609. (etc. de solito)