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Roma,3 julii 1609. Bellarm�nus fratri Thomae.
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Molto ill.re signor fratello. V.S. scrive, che mi saria tedio,se mi scrivesse li debiti, che giornalmente fa, et io dico che ho voluto informarmi, perche causa lei scrisse al mio mastro di casacche haveva bisogno di cinque cento scudi, e ho trovato,che ha compro con seicento scudi un pezzo di terra sterile, se ben sapeva, che io non volevo
 
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in conto nessuno, che comprasse piu stabili. Io havevo animo di mettere ne monti qualche somma di denari per la dote di Maria, o per aiutare i suoi figlioli per quando anderanno à studio. Ma il vedere, che V.S. e tanto contraria al mio parere,e tanto attaccato al suo, mi fa
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fugir la voglia di fargli bene nessuno. Io so che trecento scudi l'anno, che io gli do, puonno bastare per vestire lei et figlioli, et altre spese di casa, non havendo a comprar grano, ne vino, anzi havendo da vendere. Ma se vele aggiongere stabile à stabile et massime in Marchiena, che è piu luogo di delitie, che di frutto, veggo che non bastaria
 
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tutta la mia entrata, che essendo ecclesiastica si ha da spendere in altro modo, che se fusse patrimonio.<lb/>
Molto ili.re signor fratello. V.S.scrive, che mi aaria tedio,se mi
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La licenza per Zenobia si mandò al Vicario la settimana passata. Per l'offitio di Fabriano per Messir Ricciardo fo quanto posso, ma monsignor Rivarola, auditore di Card. Borghese mi disse l'altro giorno, che se ne ricorda benissimo, et che vacando, si havera,(pag.2) ma havendo
 
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hauto quel Pappa la riferma per il secondo semestre, quale non si nega a nessuno, non vede modo di provedere a Messir Ricciardo fin al fine del semestre, et cosi anco mi ha detto il secretario Fuccioli. Bisognava che Messir Ricciardo si fermasse a Brestinore , e non si lamentasse tanto di Visse et Monte St. Angelo, che cosi haveria avanzato denari, et la gratta de Padroni. Et questo bastara ancora per la lettera sua, che hora mi scrive, raccomandandosi per li suoi debiti. Ma io non posso tanto, che molti altri parenti et non parenti domandano del continuo. Altro non mi occorre. Dio sia con lei et con la sua famiglia.Di Roma li tre di Luglio 1609.<lb/> Di V.S. fratello aff.mo il Card. Bellarmino.<lb/>
scrivesse li debiti,che giornalmente fa, et io dico che ho voluto in=
 
 
 
formarmi,perche causa lei scrisse al mio mastro di casacche haveva
 
 
 
bisogno di cinque cento scudi, e ho trovato,che ha compro con seicen=
 
 
 
to scudi un pezzo di terra sterile, se ben sapeva,che io non volevo
 
 
 
in conto nessuno,che comprasse piu stabili. Io havevo animo di mette=
 
 
 
re ne monti qualche somma di denari per la dote di Maria,o per aiu=
 
 
 
tare i suoi figlioli per quando anderanno studio. Ma il vedere,che
 
 
 
V.S. e tanto contraria al mio parere,e tanto attaccato al suo, mi fa
 
 
 
fugir la voglia di fargli bene nessuno. Io so che trecento scudi l'an=
 
 
 
no,che io gli do, puonno bastare per vestire lei et figlioli,et altre
 
 
 
spese di casa, non bevendo a comprar grano,ne vino,anzi havendo da
 
 
 
vendere. Ma se vele aggiongere stabile stabile et massime in Marchi=
 
 
 
ena,che piu luogo di delitie,che di frutto, veggo che non bastaria
 
 
 
tutta la mia entrata, che essendo ecclesiastica si ha da spendere in
 
 
 
altro modo,che se fusse patrimonio.
 
 
 
La licenza per Zenobia si mand� al Vicario la settimana passata. Per
 
 
 
l'offitio di Fabriano per Messir Ricciardo fo quanto posso, ma monsi=
 
 
 
gnor Rivarola,auditore di Card.Borghese mi disse l'altro giorno, che
 
 
 
se ne ricorda benissimo, et che vacando,si bavera,(pag.2) ma havJho
 
 
 
hauto quel Pappa la riferma per il secondo semestre,quale non si nega
 
 
 
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del semestre, et cosi anco mi ha detto il secretarlo Fuccioli. Biso=
 
 
 
gnava che Messir Ricciardo si fermasse a Brestinore , e non si lamen=
 
 
 
tasse tanto di Visse et Monte St.Angelo,che cosi haveria avanzato
 
 
 
denari,et la gratta de Padroni. Et questo bastara ancora per la let=
 
 
 
tera sua,che bora mi scrive, raccomandandosi per li suoi debiti. Ma
 
 
 
io non posso tanto, che molti altri parenti et non parenti domandano
 
 
 
del continuo. Altro non mi occorre.Dio sia con lei et con la sua fa=
 
 
 
miglia.Di Roma li tre di Luglio 1609. Di V.S. fratello aff.mo il
 
 
 
Card. Bellarmino.
 
 
 
 
adres: de solito
 
adres: de solito
  
Forl�,Coll.autogr.Bellarm., n.23.
 
  
  
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Molto ill.re signor fratello. V.S. scrive, che mi saria tedio,se mi scrivesse li debiti, che giornalmente fa, et io dico che ho voluto informarmi, perche causa lei scrisse al mio mastro di casacche haveva bisogno di cinque cento scudi, e ho trovato,che ha compro con seicento scudi un pezzo di terra sterile, se ben sapeva, che io non volevo in conto nessuno, che comprasse piu stabili. Io havevo animo di mettere ne monti qualche somma di denari per la dote di Maria, o per aiutare i suoi figlioli per quando anderanno à studio. Ma il vedere, che V.S. e tanto contraria al mio parere,e tanto attaccato al suo, mi fa fugir la voglia di fargli bene nessuno. Io so che trecento scudi l'anno, che io gli do, puonno bastare per vestire lei et figlioli, et altre spese di casa, non havendo a comprar grano, ne vino, anzi havendo da vendere. Ma se vele aggiongere stabile à stabile et massime in Marchiena, che è piu luogo di delitie, che di frutto, veggo che non bastaria tutta la mia entrata, che essendo ecclesiastica si ha da spendere in altro modo, che se fusse patrimonio.
La licenza per Zenobia si mandò al Vicario la settimana passata. Per l'offitio di Fabriano per Messir Ricciardo fo quanto posso, ma monsignor Rivarola, auditore di Card. Borghese mi disse l'altro giorno, che se ne ricorda benissimo, et che vacando, si havera,(pag.2) ma havendo hauto quel Pappa la riferma per il secondo semestre, quale non si nega a nessuno, non vede modo di provedere a Messir Ricciardo fin al fine del semestre, et cosi anco mi ha detto il secretario Fuccioli. Bisognava che Messir Ricciardo si fermasse a Brestinore , e non si lamentasse tanto di Visse et Monte St. Angelo, che cosi haveria avanzato denari, et la gratta de Padroni. Et questo bastara ancora per la lettera sua, che hora mi scrive, raccomandandosi per li suoi debiti. Ma io non posso tanto, che molti altri parenti et non parenti domandano del continuo. Altro non mi occorre. Dio sia con lei et con la sua famiglia.Di Roma li tre di Luglio 1609.
Di V.S. fratello aff.mo il Card. Bellarmino.
adres: de solito