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Roma,6 juni 1609. Bellarmunus fratr� Thomae. Molto ili.re signor fratello. Ho parlato di nuovo per Zenobia. Il Papa si rimette alla congregatione. La-congregatione � risoluta non admettere la figliola di tre anni � quattro, et all'essempio del signor G.Andrea risponde, che quella � di cinque anni, e che quando questa sara di cinque si potr� parlar di questa. Si che se Zeno= bia non vele entrare senza la figliola, non occorre parlarne piu. Ma io intendo,che lei non vele entrarvi et che piglia per scusa, non voler stare senza la figliola. Lei si vele maritare, et saria bene maritarla, a ci� non nasca qualche scandalo. Quel Padre di Pistoia non � venuto qua a Capitolo, ma ha mandato il Breve ad un suo amico, che ha parlato con me. Vedere di aiutare il negotio con sua S.ta, perche la congregatione dell'indulgenza � sua vita. Il Signor Giuseppe Vignanesi, venendo in lettiga, si content� di portare dugento vinti piastre; che sono dugento settan= ta scudi. Credo che V.S. le bavera riceute, et dato a Mad.Camilla cinquanta scudi, et vinti a Messir Lelio Mancini, che cosi dissi a Messir Pietro, che scrivesse. La provisione di T.S. sono cento cinquanta scudi a ^lugnio, et altre tanti al Decembre. Onde ne avan= zane dieci. Mad.Giulia sorella di Messir Lelio mi scrisse, che ve= nendo un tale,che non mi ricordo il nome, gli desse qualche lim�si= na per lei, che stava in gran necessit�. Colui non venne, et cosi io non gli mandai niente. Se paresse a V.S. che fusse in tanto et gli piacesse dargli li dieci scudi,che avanzano, o cinque o tre, mi rimetto a V.S. perche non so il bisogno,che habbia la suddetta Mad.Giulia, et a V.S. non saranno superflui. Con questo salut� tut= ti, et prego Dio che dia felice parto alla sua consorte, havendo qualche sospetto, che habbia da passar pericolo. Di Roma li 6 di Giugno 1609. fratello aff.mo di V.S. il Card. Bellarmino.