Roma,30 mai 1609. Bellarm�nus fratr� Thomae.
Molto ili. signor fratello. La lettera di V.S. a messir Valerio
l'ho aperta io, perche esso sta ammalato gi� molti giorni sono,
et non mi � parso dargli fastidio. Ho scritto al nuntio di Fran=
eia et indirizatagli la lettera di Messir Marcello Lorenzini, et
l'ho pregato a procurarne la risposta. Messir Valerio riesce di po=
chissima sanit� et non ha una malattia sola. Non � anco tanto pra=
tico nelle cose della Corte, quanto ip pensavo. Tuttavia � huomo
da bene, et molto fidato, per� lo tengo volentieri.
Hora che � morto il Signor Fabio Nuti, non so perche
potremo
mandare costi denari. V.S. ci pensi, che ancor noi ci penseremo.
Et Dio siakon Lei,et con tutta la casa sua. Di Roma li 30 di Maggio
1 609.
Ho una lettera di Messir Ricciardo Benci, alla quale non rispon=
do perche non ha bisogno di risposta.
fratello aff.mo di V.S.
Il Card. Bellarmino.
Al m.to ili.re Signor fratello, il Signor Thommasso Bellarmin!.
Montepulciano.
Arch.comun.Forl�, Coll.autogr.Bellarm., n.19. Autogr.
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