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9 August. 1608.

Bellarminus ad nunt�um Venetiae.

Molto 111.re et Rev.me Signore come fratello. Per li 200 scudi assegna ti da W.S. al Vescovo di Tine per la visita da farsi da lui in Constantinopoli come si scrisse a V.S.R.ma hb supplicato S.B. a dichiarare, che sor te di moneta debba essere: et h� risposto che se b vero che l'entrata del patriarcato siano per accrescere in circa � sei milla scudi per la con cessione delli beni patriarcali, che far� in virt� dell'Indulto ottenuto della felice memoria di Papa Clemente Vili et massime che questo negotio b stato raccommandato da cotesta serenissima Republica alli suoi Magis trati di Candia, si contenta che li detti 200 scudi siano zechini da pa- garsi^(1'^) al detto Vescovo di Tine dove egli vorr�. ^Ma se non � vero il sopradetto accrescimento, S.B. volo che li 200 Bomdi nominati siano di cotesti di Venetia pagati perb al detto Vescovo in tanti zechini in Can dia, b costi come pi� gli piacer�. Aviso a V.S.R.ma tutto questo accio sappia la mente di N.S. et possa aiutare il soddetto Vescovo che di cuo re gli lo raccomando et a V.S.R.ma prego da Dio ogni contento. Da Roma il di 9 Agosto 1608. Da V.S. M.111.re et R.ma come fratello aff.mo Il Card. Bellarmino (manu secretarii; subsignatio autogr.) Mona.re Nuntio di Venetia.

Molto 111.re et Rmo Signore come fratello Wons.re Nuntio di Venetia

Pro R.mo d.Episcopo Tinensi litterae

111.mi D.Card.lis Bellarmini

(alia manu)

sigillum.

pagarsi manu Bell: parti expunctum.

^h^ih.Secret.Vat. Instrum.Miscell. 7362. ^<3