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Ill.mo e Rev.mo Sig.r mio oss.mo
Non ha voluto V.S. Ill.ma che passino queste sante feste di Pasqua senza qualche ricordo della benignità, che ella si degna conservarmi. Ne rendo a V.S. Ill.ma quelle grazie maggiori che posso, assicurandola che siccome non mi son lasciato prevenire da lei nel debito mio in desiderargli felicità con l'animo, così sarà sempre pronto a dar segno a V.S. Ill.ma quanto io la stimi e osservi se mi farà grazia dei suoi comandamenti: dei quali ne la supplico: e con ripregare a V.S. Ill.ma in ogni tempo quanto per se stessa desidera gli faccio um.a riverenza . Di Roma, il di 16 d'Aprile 1608.
Di V.S. Ill.ma e Rev.ma umiliss.mo e devotiss.mo servitore
Il Card.le Bellarmino.
S. Card.le Gonzaga.