Page:EBC 1606 04 21 0570.pdf/2

From GATE
The printable version is no longer supported and may have rendering errors. Please update your browser bookmarks and please use the default browser print function instead.
This page has been proofread

Petrucci, e con Raziviglio ci era uno di casa Orsina; e Bartolomeo Vignanesi, che ora è qua, ha tentato di entrar per aiutante di camera del card. Farnese e del card. Aldobrandino; ma non si è potuto aver luogo, e lo stesso Bartolomeo, che in questo è savio, non vuole entrare con nessuno per gentiluomo. Quando le cose siano aggiustate bene, mi contenterò di aggiungere qualche cosa, per metterlo in ordine, a quello che ho scritto altre volte che si spenda costi di quelli denari che sono in mano del cavaliere Vignanesi. Al Sig.r Lelio non mi pare che io gli debba scrivere senza occasione.
Non abbiamo zucchero rosato, ma certi barattoli antichi di conserve di cedro. M Marsilio dice che è troppo fare insieme il vescicatorio alla testa e la rottura al braccio, e che gli pare che se il catarro è tanto che bisogni rimedio presto, si faccia il vescicatorio o laccio alla testa, il quale opera subito; e quando sia guarito il catarro, si faccia la rottura al braccio e si serri quello della testa, perchè sebbene la rottura del braccio non opera subito, tuttavia comincerà ad operare, quando il catarro comincerà a tornare. Il medesimo ha detto un'altro medico Senese, che è qua in Roma, il quale però dice che non può credere, come ne anche Marsilio che V.S. parli di vescicatorio propriamente, ma abbia preso vescicatorio per laccio; perchè il vescicatorio è tanto veemente che non si fa se non a chi è disperato della vita e non ha altro rimedio. E dicano che tal vescicatorio a un fanciullo tenero non conviene, perchè gli darebbe per quattro giorni un tormento grandissimo. Con questo saluto tutti. Gli mando la lettera di quella Giulia Mancini, per sapere se è bene che gli si dia quello che domanda. Di Roma li 21 d'aprile 1606.
fratello di V.S. aff.mo il Card. Bellarmino.