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Molto Illustre Sig.r Fratello. Il nostro Roberto Ubaldini mi scrive che adesso è toccata la casa che era di m Marc'Antonio Tarugi, e che desidera venderla a noi, a ciò si unisca con la nostra o, per dir meglio, vostra. Io sempre ho giudicato necessario che quella casa, per esser contigua, si compri, e col tempo si faccia la facciata più onorevole. Però mi rimetto a V.S.: se la vole, tratti con monsignor Vescovo del prezzo e me lo avvisi. Se si potesse aver tempo a pagare, mi saria molto grato, perchè noi non avremo denari soverchi fino alla ricolta; ma se non si potrà aver tempo, e a V.S. paia necessario aver questa casa, stringa il partito, che vedremo trovare i denari parte con la provvigione de Roma di cento scudi il mese, e parte li piglieremo in presto qua dal nostro banco. Forse ancora si potria pagar in parte con la vendita dell'officio, quale presuppongo che già sia fatta. Altro non mi occorre, e già che non volete i frutti del podere di Angelo, non si faccia. Iddio conservi V.S. con tutta la sua famiglia. Di Capua li 28 di novembre 1603.
fratello amorevolissimo di V.S.
Il Card. Bellarmino.

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Al molto Ill.re Sig.re, il Sig.r Thomasso Bellarmini.
Alla Scala per Montepulciano.