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''Martha, Martha, solicita es, et turbaris erga plurima.''<ref>Luke 10:41</ref> Laudo la diligenza nelle cose mie, e gli resto con animo grato, ma tanta fatica sua in scrivere tante lettere e in fazioni così grandi, come lei dice, non so come non gli impedisce la Messa e altre devozioni sue. Desidero fare io tanto per aver la sentenza in favore circa l'eredità di vita eterna, quanto V.S. fa per la lite di una cosa, che domani l'abbiamo da lasciar, ancorchè abbiamo qua tre sentenze conformi. Questo serva solo acciò V.S. si dia manco fastidio di queste cose temporali. <lb/>
 
''Martha, Martha, solicita es, et turbaris erga plurima.''<ref>Luke 10:41</ref> Laudo la diligenza nelle cose mie, e gli resto con animo grato, ma tanta fatica sua in scrivere tante lettere e in fazioni così grandi, come lei dice, non so come non gli impedisce la Messa e altre devozioni sue. Desidero fare io tanto per aver la sentenza in favore circa l'eredità di vita eterna, quanto V.S. fa per la lite di una cosa, che domani l'abbiamo da lasciar, ancorchè abbiamo qua tre sentenze conformi. Questo serva solo acciò V.S. si dia manco fastidio di queste cose temporali. <lb/>
Mando una lettera al Sig.r [[citesName::Alessandro Ottaviano de' Medici|Cardinal di Firenze]], nella quale gli dico che le monache di S. Giovanni sono riformate benissimo quanto al claustro materiale, e quanto ai costumi, e sono già passate otto mesi dopo la riforma. Gli mando ancora due informazioni da temi dalle due monache forestiere. V. S. può affermare in nome mio, che questo monastero ora non cede a nessuno degli altri di questa città, in osservanza regolare, e se dicessi che l'avanza, non si diria bugia. E tutta la città, che prima era divisa, ora è unita in desiderio che questa riforma vada avanti, e di poter mettere qua le loro figliole. Desidero che V.S. aiuti il negozio, cioè che la Sacra Congregazione conceda licenza di vestire.<lb/>
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Il Cardinal Bellarmino.
 
Il Cardinal Bellarmino.

Revision as of 10:39, 26 June 2019

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Martha, Martha, solicita es, et turbaris erga plurima.[1] Laudo la diligenza nelle cose mie, e gli resto con animo grato, ma tanta fatica sua in scrivere tante lettere e in fazioni così grandi, come lei dice, non so come non gli impedisce la Messa e altre devozioni sue. Desidero fare io tanto per aver la sentenza in favore circa l'eredità di vita eterna, quanto V.S. fa per la lite di una cosa, che domani l'abbiamo da lasciar, ancorchè abbiamo qua tre sentenze conformi. Questo serva solo acciò V.S. si dia manco fastidio di queste cose temporali.
Mando una lettera al Sig.r Cardinal di Firenze,[2] nella quale gli dico che le monache di S. Giovanni sono riformate benissimo quanto al claustro materiale, e quanto ai costumi, e sono già passate otto mesi dopo la riforma. Gli mando ancora due informazioni da temi dalle due monache forestiere. V. S. può affermare in nome mio, che questo monastero ora non cede a nessuno degli altri di questa città, in osservanza regolare, e se dicessi che l'avanza, non si diria bugia. E tutta la città, che prima era divisa, ora è unita in desiderio che questa riforma vada avanti, e di poter mettere qua le loro figliole. Desidero che V.S. aiuti il negozio, cioè che la Sacra Congregazione conceda licenza di vestire.

Il Cardinal Bellarmino.