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la pensione a 200 scudi; et quando havessi inteso, che si pagasse la pensione al Primicerio di Siena, l'haverei renuntiata tutta. A queste lettere il P.Benedetto rispose oscuramente, et mostrò che non piaceva questo al Signor Cardinale (o à chi trattano per il Vescovo), et mi rimettè al P. Mutio Vitelleschi, che me ne haria parlato in bocca. Dopo molto tempo per via del P. Mutio intesi, che volevano mettere la lite in rota: allora mi presi collera, et scrissi al P. Mutio (pag. 3) [et non mi ricordo se expuncta!] et anco al P. Benedetto che non piacendo la gratia, che volevo fare, harei caminato per via di giustitia, et voluto vedere,come quella rota girava; Et però che io rivocavo l'offerta fatta del ridurre la pensione a 200 scudi. (Aspettavo di esser ringratiato, che di mio proprio moto senza richiesta di nessuno, volesse ridurre la pensione di 300 scudi a 200. Anzi levarla di fatto in caso, che si pagassero li 300 scudi al Primicerio. Il rispondere cosi scortesamente à questa mia cortesia fu causa della revocazione, la quale) [questa revocatione: expuncta!] non fu fatta l'ordinario immediato, ma dopo molti ordinarii; se bene non mi ricordo a punto il tempo, ne ho conservato le lettere, ma so certo,che vi corse molto tempo. Con questo mi offero a V.S. et gli prego di Dio ogni prosperità.
Di Capua li 28 di febraro 1603.
di V.S. molto Ill.ma et molto Rev.ma
Come fratello aff.mo
Il Card. Bellarmino.
Ho havuto insieme l'altra lettera di V.S. con il plico del P. Possevino, al quale rispondo con questa. //
pag.4: Al molto Ill.re et Molto Rev. Signore come fratello Monsignor Amalteo.
Roma.