Page:EBC 1602 o 1603 0306.pdf/1

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Avendo fatta la visita della discese ho trovato in Capua e più in Santa Maria un abuso grandissimo, che tutta la gioventù si trattiene in giochi[1] di dadi et carte, proibiti non solo dalla legge comune, ma anche dalla prammatica regia. E da questi giochi ne nascono bestemmie orrende, rubamenti continui, rovine delle case, oltre la perdita di tempo. Desidererei fare osservare la santa e utilissima prammatica regia, con mettere pena di scomunica a chi non la osserva. E perchè il principale ostacolo che abbiamo è il guadagno che con permettere questi giochi fanno li governatori, però mi pare che ora che il governatore è di partenza e il nuovo non è venuto, sarebbe tempo di eseguire questo mio pensiero. Ma non voglio far niente, se prima non si comunica il tutto col Signor Reggente Martos protettore di questa città e, se sia utile con gli altri Signori del Collaterale. [lo gli non scrivo, perchè non voglio che apparisca.] Però V.S. mi farà grazia tenerne ragionamento con il suddetto Signore Reggente et con gli altri, se giudicherà espediente, e poi svisarmi il parer loro. Avrò caro che questa lettera non vada in mani di altri che di V.S.

  1. Sulla questione del gioco vedi: Fuligatti, G. Vita del cardinale Roberto Bellarmino della Compagnia di Giesù, Zanetti, Roma, Madrid, 1624, p. 166.