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211 Bellarmin � son fr�re Thomas. Rome, 4 janv�er 1602.
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Molto Ill.re Sig.r fratello. Si mandano i 60 scudi della provvigione ordinaria e i frutti dei monti. Non si meravigli se vengono un poco tardi, perchè a noi ancora si tardano le pagheNon abbiamo ancora ricevute le paghe delle pensioni che ci si dovevano la vigilia di Natale, ne so quando le avremo; la tratta di Napoli, che si doveva a novembre, ancora non si è potuta bavere; la distribuzione del cappello è stata piccolissima e se n'è andata in mance e elemosina; l'entrata di Procida, che si doveva all'ottobre, si è avuta questa settimana. Si che ogni cosa va tardi. <lb/>
 
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Dubito che Angelo inganni monsgr [[Name::Napoleone Comitoli|Vescovo di Perugia]] con occultare i suoi vestiti, perchè mi è venuto il conto di pagare per lui questo Natale venti otto scudi, oltre i denari che si danno per il vitto, e questi venti otto scudi vedo essere spesi in casacca, giubbone e calzoni e non so che libri. Eppure V.S. mi scrisse che non bisognava per l'inverno ne per la estate vestirlo. Io ho dato autorità al Vescovo di trattarlo come si fosse cosa sua e l'ho pregato che lo vesta positivamente, non come nipote di Cardinale, ma come povero cittadino di Montepulciano. E pure non ci giova.<lb/>
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[[Name::Sallustio Tarugi|Monsignor Vescovo nostro]] presentò al [[Name::Clemente VIII|Papa]] una soma di vino, quando parti di Roma; il che non avrebbe fatto, si se consigliava con me, perchè il nostro vino è contrario al gusto del Papa. Onde la sera stessa mi disse Sua Santità che quel vino era pessimo, forte, nero, e che aveva tutti i sette peccati mortali. Io procurai di scusare dicendo che bisognava lasciarlo riposare; ma non giovò, perchè Sua S.tà tornò a dire che quel vino l'aveva quasi attossicato, e che pensava che il Vescovo l'avesse donato per vendicarsi di averlo fatto vescovo, etc. Queste cose non ho voluto scrivere a monsigr Vescovo, perchè non so come le piglierebbe; ma se vi pare accennargliele, a ciò non faccia più simile errore, mi rimetto alla prudenza vostra. Con questo prego a V.S. e a tutta la sua famiglia il buon principio di questo anno. Di Roma, li 4 di gennaio 1602.<lb/>
 
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fratello aff.mo di V.S. / il Card.Bellarmino.
/ Molto 111^^ Sig^ fratello. Si mandano li 60 scudi della pro visione ordinaria et li frutti de'monti. Non si maravigli se vengono an poco tardi, perche � noi ancora si tardano le paghe,Non abbiamo ancora riceute le paghe delle pensioni che ci si dovevano la vigilia
 
JT di Natale, ne so quando le haveremo; la tratta di Napoli, che si do veva al novembre, ancora non si potuta bavere; la distributione del cappello stata piccolissima et se n'andata in mancie et limosi na; l'entrata di Precida, che si doveva all'ottobre, si � hauta ques ta settimana. Si che ogni cosa v� tardi. Dubito che Angelo inganni monsgr Vescovo di Perugia con oc cultare i suoi vestiti, perche mi venuto il conto di pagare per lui questo Natale vinti otto scudi, oltre li denari che si danno per il vitto, et questi vinti otto scudi veggo essere spesi in casac ca, giubbone et calzoni et non so che libri. Et pure V.S. mi scrisse che non bisognava per l'inverno ne per la state vestirlo. Io ho dato autorit�^ al Vescovo di trattarlo come si fusse cosa sua et l'ho pre gato che lo vesta positivamente, non come nipote di Cardinale, ma co me povero cittadino di Montepulciano. Et pure non ci giova. Monsignor Vescovo nostro present� al Papa una soma di vino, quando parti di Roma; il che non harebbe fatto, si se consigliava con me, perche il nostro vino contrario al gusto del Papa. Onde la sera stessa mi disse Sua Santit� che quelvino era pessimo, forte,nero, et che haveva tutti li s�ette peccati mortali. Io procurai di scusare dicendo che bisognava lassarlo riposare; ma non giov�, perche Sua S^^ torn� � dire che quel vino l'haveva quasi attossicato, et che pensava che il Vescovo l'havesse donato per vendicarsi di haverlo fatto vesco vo,etc. Queste cose non ho voluto scrivere monsigr Vescovo, perche non so come le pigliarla; ma se vi pare accennarglele,� ci� non fac cia piu simile errore, mi rimetto alla prudenza vostra. Con questo
 
j y prego V.S. et � tutta la sua famiglia il buon principio di questo anno. Di Roma,li 4 di gennaro 1602. fratello aff^� di V.S. / il Card.Bellarmino. [ F.B. 1. Autogr. Adresse ]
 

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Molto Ill.re Sig.r fratello. Si mandano i 60 scudi della provvigione ordinaria e i frutti dei monti. Non si meravigli se vengono un poco tardi, perchè a noi ancora si tardano le paghe. Non abbiamo ancora ricevute le paghe delle pensioni che ci si dovevano la vigilia di Natale, ne so quando le avremo; la tratta di Napoli, che si doveva a novembre, ancora non si è potuta bavere; la distribuzione del cappello è stata piccolissima e se n'è andata in mance e elemosina; l'entrata di Procida, che si doveva all'ottobre, si è avuta questa settimana. Si che ogni cosa va tardi.
Dubito che Angelo inganni monsgr Vescovo di Perugia con occultare i suoi vestiti, perchè mi è venuto il conto di pagare per lui questo Natale venti otto scudi, oltre i denari che si danno per il vitto, e questi venti otto scudi vedo essere spesi in casacca, giubbone e calzoni e non so che libri. Eppure V.S. mi scrisse che non bisognava per l'inverno ne per la estate vestirlo. Io ho dato autorità al Vescovo di trattarlo come si fosse cosa sua e l'ho pregato che lo vesta positivamente, non come nipote di Cardinale, ma come povero cittadino di Montepulciano. E pure non ci giova.
Monsignor Vescovo nostro presentò al Papa una soma di vino, quando parti di Roma; il che non avrebbe fatto, si se consigliava con me, perchè il nostro vino è contrario al gusto del Papa. Onde la sera stessa mi disse Sua Santità che quel vino era pessimo, forte, nero, e che aveva tutti i sette peccati mortali. Io procurai di scusare dicendo che bisognava lasciarlo riposare; ma non giovò, perchè Sua S.tà tornò a dire che quel vino l'aveva quasi attossicato, e che pensava che il Vescovo l'avesse donato per vendicarsi di averlo fatto vescovo, etc. Queste cose non ho voluto scrivere a monsigr Vescovo, perchè non so come le piglierebbe; ma se vi pare accennargliele, a ciò non faccia più simile errore, mi rimetto alla prudenza vostra. Con questo prego a V.S. e a tutta la sua famiglia il buon principio di questo anno. Di Roma, li 4 di gennaio 1602.
fratello aff.mo di V.S. / il Card.Bellarmino.