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Non men'grande che continuo il favore, che ricevo da l'A. V.
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Non è men'grande che continuo il favore, che ricevo da l'A. V.
Ser"^ in ogni occasione, che mi nasca di valermi della benignit� sua, et io le confesso haver sempre creduto cosi buona volunta nell' A. V. verso di me, non gi� perche io la fondassi ne'meriti miei,che sono di nessun'valore, se ben vero ch'io non mi stimo senza quel merito, che porta seco un'altiss^^ volunta di servirla, ma questo non arriva molt'oltre, poich� la debolezza delle mie forze non per mette che tanto e cosi devoto affetto mio parturisca verso l'A. V. alcun'effetto. S'io dunque con le continue grafie, che ricevo da l'A V. altro non h�,che sempre pi� obligarmele, come par hora m'avvenne per quel termine di gratitudine, che l'piaciuto in gratia mia usar al Fredani, si compiaccia l'A. V. appagarsi,in cosi grosse partite, che le devo, d'un'vivo ardentiss� desiderio, che semper havro di servirla in quel che pi� le aggrada. Et mentre del molto,che le de vo rendo l'A. V. le debite gratie desideroso de suoi comandamentile bacio humilm le mani, et pregola a conservarmi nel desiderato possesso della sua gratia. Di Roma li 23 Giugno 1600.<lb/>
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Ser.mz in ogni occasione, che mi nasca di valermi della benignità sua, et io le confesso aver sempre creduto così buona volontà nell' A. V. verso di me, non già perché io la fondassi ne'meriti miei, che sono di nessun'valore, se ben vero è ch'io non mi stimo senza quel merito, che porta seco un'altissima volontà di servirla, ma questo non arriva molt'oltre, poiché la debolezza delle mie forze non per mette che tanto e così devoto affetto mio partorisca verso l'A. V. alcun'effetto. S'io dunque con le continue grafie, che ricevo da l'A V. altro non ho,che sempre più obbligarmele, come par ora m'avvenne per quel termine di gratitudine, che l'è piaciuto in grazia mia usar al Fredani, si compiaccia l'A. V. appagarsi,in così grosse partite, che le devo, d'un'vivo ardentissimo desiderio, che sempre avrò di servirla in quel che più le aggrada. Et mentre del molto, che le devo rendo a l'A. V. le debite grazie desideroso de suoi comandamenti le bacio umilmente le mani, et pregola a conservarmi nel desiderato possesso della sua grazia. Di Roma li 23 Giugno 1600.<lb/>
 
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Al Sereniss.o Sig mio oss.mo. Il Sig.r Gran Duca di Toscana.

Revision as of 17:12, 23 March 2017

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Sereni.ssmo Sig.or mi.o oss.mo
Non è men'grande che continuo il favore, che ricevo da l'A. V. Ser.mz in ogni occasione, che mi nasca di valermi della benignità sua, et io le confesso aver sempre creduto così buona volontà nell' A. V. verso di me, non già perché io la fondassi ne'meriti miei, che sono di nessun'valore, se ben vero è ch'io non mi stimo senza quel merito, che porta seco un'altissima volontà di servirla, ma questo non arriva molt'oltre, poiché la debolezza delle mie forze non per mette che tanto e così devoto affetto mio partorisca verso l'A. V. alcun'effetto. S'io dunque con le continue grafie, che ricevo da l'A V. altro non ho,che sempre più obbligarmele, come par ora m'avvenne per quel termine di gratitudine, che l'è piaciuto in grazia mia usar al Fredani, si compiaccia l'A. V. appagarsi,in così grosse partite, che le devo, d'un'vivo ardentissimo desiderio, che sempre avrò di servirla in quel che più le aggrada. Et mentre del molto, che le devo rendo a l'A. V. le debite grazie desideroso de suoi comandamenti le bacio umilmente le mani, et pregola a conservarmi nel desiderato possesso della sua grazia. Di Roma li 23 Giugno 1600.
Di V. A. Serma
umiliss.o et devotiss.o servitor
Il Card. Bellarmino

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Al Sereniss.o Sig mio oss.mo. Il Sig.r Gran Duca di Toscana.