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osservazioni loro, et si servono volontieri delle fatiche loro; che
 
osservazioni loro, et si servono volontieri delle fatiche loro; che
non ricusarebbe pigliarli testimonio delle controversie nostre, quando parlassero conforme alla parola di Dio. Io ripigliai di nuovo, e dissi chiaro, che questo era non far'conto della patienza delli auditori, et che quel modo di parlare intoppava nel vitio de sofisti, quale i logici chiamano petitionem principii, poi che venendo al fatto, saressimo in controverza di questo istesso, con ci� sia che quando i ministri diriano che alcuni Padri parlassero conforme alla Scrittura, noi saressimo per dire il contrario, et al contrario,dove noi ci vorressimo prevalere dell'autorit� de Padri, i ministri si beffariano de discorsi nostri, dicendo che questi Padri per errore in altra maniera si siano scostati dall'analogia della fede, che cosi sogliono parlare, appropriandosi in darne le parole dell'Apostolo ad Rom.l2. Il ministro vinto per certo nella conscientia sua non seppez che rispondere di nuovo, anzi si contento d'una repetitione molto fastidiosa di quello che gi� havea detto prima. Et di ci� vedendo i Prencipi che il sacco delli ministri era voto a fatto, et che altro da loro non si puotria aspettare, levandosi dalle sedie loro, diedero fine alla conferenza.<lb/>
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non ricusarebbe pigliarli a testimonio delle controversie nostre, quando parlassero conforme alla Parola di Dio. Io ripigliai di nuovo, e dissi chiaro, che questo era non far'conto della pazienza degli auditori, et che quel modo di parlare intoppava nel vizio de sofisti, quale i logici chiamano petitionem principii, poi che venendo al fatto, saressimo in controverza di questo istesso, con ciò sia che quando i ministri diriano che alcuni Padri parlassero conforme alla Scrittura, noi saressimo per dire il contrario, et al contrario, dove noi ci vorressimo prevalere dell'autorità de Padri, i ministri si beffariano de discorsi nostri, dicendo che questi Padri per errore o in altra maniera si siano scostati dall'analogia della Fede, che così sogliono parlare, appropriandosi indarno le parole dell'Apostolo ad Rom. 12. Il ministro vinto per certo nella conscientia sua non seppe che rispondere di nuovo, anzi si contentò d'una repetizione molto fastidiosa di quello che già aveva detto prima. Et di ciò vedendo i Principi che il sacco delli ministri era voto a fatto, et che altro da loro non si puotria aspettare, levandosi dalle sedie loro, diedero fine alla conferenza.<lb/>
Dopo pranzo del medesimo giorno,io et il P.Capucino fummo chiamati da S. A., dove in presentia delli signori figli suoi ci dissen, che con grand'dispiacere suo vedeva che la pertinacia de ministri impedirebbe questa conferenza e lo privarebbe del frutto di essa tanto da se bramata; e ci pregava di considerare,se non ci fosse qualche i ispediente per ^rimettere in piedi la detta conferenza. A che risposimo che per facilitar la strada alli ministri et fare intendere al mondo,che non eramo noi che fuggiamo la giostra, ci contentavamo di rimettere al quanto del dritto nostro, et che dove potevamo giusta mente fermarci sopra l'universit� delli Padri antichi, nondimeno ci serviressimo solamente dell'autorit� di quei che hanno fiorito ne quattro primi secoli doppo Christo e gli Apostoli. Questa graziosa
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Dopo pranzo del medesimo giorno, io et il P. Capuccino fummo chiamati da S. A., dove in presentia delli signori figli suoi ci disse, che con grand'dispiacere suo vedeva che la pertinacia de ministri impedirebbe questa conferenza e lo priverebbe del frutto di essa tanto da bramata; e ci pregava di considerare,se non ci fosse qualche espediente per rimettere in piedi la detta conferenza. A che risposimo che per facilitar la strada alli ministri et fare intendere al mondo, che non eramo noi che fuggiamo la giostra, ci contentavamo di rimettere al quanto del dritto nostro, et che dove potevamo giustamente fermarci sopra l'università delli Padri antichi, nondimeno ci serviressimo solamente dell'autorità di quei che hanno fiorito ne quattro primi secoli dopo Cristo e gli Apostoli. Questa graziosa
 
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osservazioni loro, et si servono volontieri delle fatiche loro; che non ricusarebbe pigliarli a testimonio delle controversie nostre, quando parlassero conforme alla Parola di Dio. Io ripigliai di nuovo, e dissi chiaro, che questo era non far'conto della pazienza degli auditori, et che quel modo di parlare intoppava nel vizio de sofisti, quale i logici chiamano petitionem principii, poi che venendo al fatto, saressimo in controverza di questo istesso, con ciò sia che quando i ministri diriano che alcuni Padri parlassero conforme alla Scrittura, noi saressimo per dire il contrario, et al contrario, dove noi ci vorressimo prevalere dell'autorità de Padri, i ministri si beffariano de discorsi nostri, dicendo che questi Padri per errore o in altra maniera si siano scostati dall'analogia della Fede, che così sogliono parlare, appropriandosi indarno le parole dell'Apostolo ad Rom. 12. Il ministro vinto per certo nella conscientia sua non seppe che rispondere di nuovo, anzi si contentò d'una repetizione molto fastidiosa di quello che già aveva detto prima. Et di ciò vedendo i Principi che il sacco delli ministri era voto a fatto, et che altro da loro non si puotria aspettare, levandosi dalle sedie loro, diedero fine alla conferenza.
Dopo pranzo del medesimo giorno, io et il P. Capuccino fummo chiamati da S. A., dove in presentia delli signori figli suoi ci disse, che con grand'dispiacere suo vedeva che la pertinacia de ministri impedirebbe questa conferenza e lo priverebbe del frutto di essa tanto da sé bramata; e ci pregava di considerare,se non ci fosse qualche espediente per rimettere in piedi la detta conferenza. A che risposimo che per facilitar la strada alli ministri et fare intendere al mondo, che non eramo noi che fuggiamo la giostra, ci contentavamo di rimettere al quanto del dritto nostro, et che dove potevamo giustamente fermarci sopra l'università delli Padri antichi, nondimeno ci serviressimo solamente dell'autorità di quei che hanno fiorito ne quattro primi secoli dopo Cristo e gli Apostoli. Questa graziosa
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