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Del tempo che Madama sorella del Re sta in questo paese, non hanno cessato sollecitarla di rientrare nel grembo della Chiesa cattolica; a che ella ha sempre risposto, che non rifiutarla mai di esser istruita, con patto che le fosse permesso aver l'assistenza d'alcuni ministri della setta calviniana. Finalmente ne chiamò due sotto il beneplacito di S. Altezza, l'uno de' quali si fa nominare La Touchè, monaco apostata, come si afferma, predicante ordinario di Madama di Rohan. L'altro ha per nome Giacomo Coüet ministro della Chiesa francese rifugiata in Basilea. All'ora che stavamo nel più forte della congregazione nostra, ricevei lettere sopra lettere da Monsig.re Card.le per le quali mi chiedeva con tanta istanza di venire a Nancy, che il P Provinciale fU costretto con buone e giuste ragioni a darmi licenza, benché ci restassero due sessioni della nostra congregazione. Il Sabato XIII del stante, io et il P. Guardiano di Capuccini di questa città, chiamato f.Spirito, Provenzale di nazione, compariamo d'una parte nella camera di Madama, e d'altra parte i duci ministri sopraddetti; dove si trovarono di più oltre Madama, S.Altezza, Monsig.re Card.le , Monsi.r Duca di Bar, e tutta la famiglia di detta Madama, et pochissimi altri di questa corte. Monsig.r il Card.le aprì suo ragionamento, voltando la parola sua a Madama. Io seguitai, e dopo uno essrdio breve dissi, che prima d'entrare nel fatto, desideravamo intendere chiaramente, quale armi si adoperariamo d'una parte e d'altra. Il ministro Coüet rispose, che non intendeva, che altre armi ci fossero lecite, se non la pura e sola parola di Dio, e per dar colore alla sua fraudolenta proposizione, aggiunse uno panegyrico delle lodi della detta parola di Dio. Io replicai sopra di ciò, dicendo, che in vero la parola d'iddio è così degna et eccellente, che sarebbe impossibile a noi lodarla secondo li meriti suoi, et che l'animo nostro era di pigliare per fondamento primo e principale di tutta la dottrina
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