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Molto Ill.re Signor fratello.
Ho due lettere sue. La grammatica d'Emanuele non è breve, ma troppo lunga, però si era abbreviata. M'informerò da questi padri quello che sia espediente, e così farò. Mg. Domenico sta ora assai contento. Il Marcellino è risoluto di pigliar licenza con bel modo, perchè esso dice che vede che non soddisfa alla corte. Io gli ho detto che da me non verrà mai di mandarlo via, perchè veggo che fa con diligenza e amore tutto quello che può, e che non è meraviglia se non soddisfa a tutti, perchè nessun maestro di casa piace per ordinatio alla corte e al padrone insieme; ma se per sua comodità vuol partire, che io non desidero altro che il suo bene.
Veramente io ho tanti negotii, massime essendo nella congregazione del S.Offizio, di Germania, dell'esame dei Vescovi, del Breviario, oltre altri intrighi, che avrei bisogno di uno che mi sollevasse in tutto della cura della famiglia, e non vorrei ogni giorno mutare. Mi sara caro il suo giudizio.
Ho fatto conferir la causa del Vescovo e di mg. Marcello Paganucci con il Sig. Nicolo de Angelis: non ho ancora avuta risposta; ma gl'altri danno il torto al Paganucci.
Io già abito in S. Marco nelle stanze del card.di Verona. Il ritratto del Papa non l'ho per ancora fatto fare, perchè non vorrei così presto far tanti debiti; perchè già sono indebitato per 800 scudi. Ma presto lo farò fare, ed ora non ne ho bisogno, perchè in S. Marco c'è.
Ho scritto al Vescovo che abbia gran diligenza nella causa di Becarello stregone, e che ne dia avviso qua a noi nel S. Offizio. Con questo mi raccomando a tutti. Di Roma, li 30 d'aprile 1599.
Ho in ordine una scatola di Agnus Dei per mandarvi di quelli che si sono benedetti questa domenica in Albis. Se non vengano presto, date la colpa al Sig. Giuseppe
Nel primo concistoro credo che avrò una pensione di 1000 scudi almeno.