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Con quel più umile et riverente affetto ch'io posso, faccio riverenza a V. S. Ill.ma in questa occasione della promotione sua al Cardinalato, la qual honoro et riverisco tanto, et tanto mi pare misteriosa et singolare che non ho parole d'esprimere il mio concetto, ne a pena concetto di concepire il misterio. Taccio, et in questo silentio dico tutto quello ch'io debbo. Et se bene da una parte mi posso condolere con ma V. S. Ill.ma, perché so quanto è aliena da simile dignità, et quanto si godeva in altre d'altra sorte che sono segnate, tuttavia dall'altra debbo però rallegrarmi, et mi rallegro quanto può capire il cuore allegrezza tale, perché l'opera è stata di Dio, et tanto più quanto manco ci è stato dell'humano, che solo per dir così ha servito per materia alla volontà divina. Il medesimo anco speto che riuscirà nei frutti che da questa benedetta promotione nasceranno, onde haveranno più del divino che dell'humano. Sia in eterno glorificata questa volontà divina, la quale è cagione d'ogni bene ed oggetto d'ogni allegrezza. Non è bastato il favore che ha fatto Iddio a V. S. Ill.ma in farla e conservarla tanto tempo et non tanto frutto figlio della Compagnia di Gesù, et il favore ch'ha fatto ad essa Compagnia in farla madre di un tanto figlio; che, per esercitare tra di loro nuovi affetti et accrescerle nuovi meriti, ha voluto ora costituire V. S. Ill.ma padre et protettore di essa, et essa carissima figlia sua, et per questo nuovo benefizio averà maggior obligo non solo la Compagnia di Gesù, ma la Christianità tutta prima a Dio, che coll'accrescere a V. S. Ill.ma autorità e privilegi averà insieme accresciuto ad ambe loro aiuto e favore, e di poi a V. S. Ill.ma che contra ogni suo gusto et inclinatione averà piegato il capo a lasciar quello suo stato così quieto et abbracciare quest'altro così pericoloso, nel quale però ella si può molto consolare et molto può sperare, primo perché giovando più in questo modo al mondo verrà anche in questa parte ad adempire più altamente l'istituto della Compagnia, et sodisfare a quel gran desiderio che Iddio ha dato a V. S. Ill.ma d'imitare Cristo Signor nostro; di poi per gli divini influssi che sua divina Maestà manderà a lei per premio della sua obbedienza ch'ha mostrato in questa promotione; et finalmente per le continue orazioni che la Santa Chiesa, et in particolare la sudetta
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