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f. 123r



Nella sacratissima notte del Santo Natale 1663 hebbi


per misericordia e bontà di Dio le seguenti gratie


Ricevuta prima la licenza di star vicilante come il solito nella detta notte, procurai di passarla tutta in servitio di Dio. Scrissi subito dopo l'essame commune un memoriale imposto à me dalla Santa obedienza domandando al Santo bambino alcune gratie spirituali; e poi cominciai à leggere le antiche gratie fatte a me dalla somma bontà, senz'alcun mio merito fin à cinque hore in circa di notte. In tal tempo diedi principio alla oratione, la quale durò pa sette hore et un quarto. Nella quale oratione mi pareva di veder in un subito il Cielo aperto pieno di lume, e bellezza, che ne posso spiegare, ne sò dire come era tal cosa et in un luogo della terra la Regina dell'Angeli Maria in piedi stava con li occhi alzati al cielo e le mani avanti il suo petto con le ditta di una mano passati fra l'altra, mostrando con questo di stare in un'altissima contemplatione e dolcezza di spirito. Et avanti di lei in terra il nato bambino Giesù. E fra tanto mi pareva di veder il Padre eterno che stava in cielo con la faccia voltata verso la terra, e le braccia apperti mostrando un grandissimo affetto verso quel nato bambino. Finalmente mi