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f. 50v


alcuni miei amici nominati per buoni servi di Dio i quali havevano cura della detta Chiesa. Fatto tra noi un lungo discorso spirituale particolarmente habbiamo toccato la vita de’ Santi Martiri, et il martirio e la conversione che si fa hoggidì nell’Indie. Rinnovate le specie, perciò, di quello che passò della Madonna, e dell’Angeli, ristai più che mai infiammato e desideroso di ricevere la gratia, promessa a me dalla Santissima Vergine; anchor che non dissi niente di ciò a quelli Signori, tuttavia per gran fuoco, che tenevo internamente sono andato a sfogarmi con il Santissimo Sacramento in chiesa loro: dicendogli Signore vi prego per i meriti della vostra Santissima Passione dignatevi di manifestarmi quelle cose, che veddi intorno d’andar all’Indie per essere ivi martirizzato: ditemi o Signore se sono veramente cose vostre. Perchè sono prontissimo ad andare a finire questa vita sotto i tormenti per vostro amore.
(benché all’hora io non sapevo dove fosse questo Mogor nel mondo, ne la lege, che professano, ne liguaggio che parlano quelli di quella parte, tuttavia da quelli primi discorsi, mi pareva d’essere in quelle parti dell’Indie). Fra tanto cominciata una messa nell’altare maggiore dove stava sposto il Santissimo Sacramento. Quando il sacerdote arrivò per esser vicino alla consecratione all’hora veddi quella spera dove era posto il Santissimo diventata molto grande, e Giesù Christo in forma d’huomo fatto in essa senza dubio alcuno, il quale stava in piedi, e mi disse all’hora voi siete Christiano? Gli risposi con la mia mente Signor si, ritornò a dirmi: Credete che io sono qui? Dissi io credo Signore; di nuovo mi disse: Non siete ingannato, all’Indie havete ad andare voi. Subito io gli dissi, come io possa arrivare all’Indie? All’hora mi