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vanità, e non solamente io hora sono mosso à far ciò, mà subito, ch’hebbi la sua risposta
incominciai dir à quei Turchi del Livorno, delli quali fui ultimamente ancora sacer-
dote, e maestro, contra la setta Mahomettana; per la qual cosa mi cacciarono dalla loro
chiesa, et hebbi gran guai frà essi, dicendomi, ch’io per la corrispondenza con lei tenuta,
hò voluto anche io gran ingiuria fare alle setta mahomettana. Finalmente eccomi,
da vero, lei hà da dar conto à Dio dell’anima mia. Sin qui fù il suo discorso.
Pensi V. R. in che tenerezza mi sono trovato all’hora, che per ogni parola di tal huomo
buttavo io abbondantissime lagrime, mà il peggio fù, ch’à pena potei proferir qualche
parola per consolarlo. Ò Dio immortale! havete chiamato havete chiamato
questo povero Baldassare dall’Infedeltà per consumarlo così à poco, à poco con evidenti
prodigij della vostra pietà? Padre mio, stà sbalordito, attonito, e confuso, che fin hora ogni
poco mi scappano lagrime di tenerezza. Pater mi, quid retribuam domino pro omni-
bus, quæ retribuit mihi? Pater mi, misericordias domini in æternu cantabo.
In somma questo huomo si tornarà domani credo con le stesse Galere al Livorno conso-
latis.mo
, e contentissimo di viver nella christianità da povero schiavo maltrattato da
tutti per amor della Santa Fede, ancor che fosse nella sua patria di ricchissima, e no-
bilissima famiglia, come si sà bene fra li mahomettani, e nó si cura più ne della sua
dottrina, nè della libertà sua, che stà quasi preparata per la commessione, che haveva
havuto quel mercante giudeo dal Rè di Tunisi per liberarlo: Lo accompagnarò con una
mia lettera di raccomandatione all’Ill’.mo Sig.r Agostino Sesti per farlo capitar da
qualche persona, che sia à proposito d’insegnargl’ i misteri della Santa Fede per
poter poi con la divina gratia confundere tanti Turchi, particolarmente quelli,
che lo hanno eletto per loro maestro e Sacerdote nel Livorno.
Io stimo per magior gloria di Dio, e salute di qualche duno l’andar mio una volta à
Livorno per alcuni giorni in missione, e con tal occasione metterò in qualche sicuro posto tal
huomo accioche possa egli più liberamente insegnar ivi la verità christiana; Prego per
tanto V. R. d’impetrar dal N. P. G. per me la licenza insieme con qualche Padre, che
stimo bene esser meco per tal servitio di Dio, come anche di poter ricever qualche ele-
mosina per far il detto viaggio, mentre ivi nó habbiamo nessun luogo, e qui, ò altrovie
nó mancarà chi mi facci tal carità per amor di Dio; però si farà tal viaggio quando mi
sarà di commodo senza pregiudicio delli miei schiavi, et haverò qualche sicuro passaggio;

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