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Revision as of 14:42, 6 July 2020

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Molto R.do in X.to P.re P.C: Scrivo così in compendio à V.R. per la gran scarsezza di tempo che hò; Le rendo infi-
n
ite gratie della lettera che m'inviò, e della carità che usa meco di tante divotioni che
fanno i miei caris.mi fratelli per rendimento di gratie à Dio, et impetratione di magior bene
circa la salute dell'anime. Il contenuto di questa lettera arabica mandatami da V.R. è
ch lui desidera d'esser libero per poter abbracciar la verità christiana quando sarà arri-
vato da me per insegnar lila; mà una cosa sola che mi scrisse, mi hà dato gran fastidio, ciò è
hebbe per le sue mani una lettera inviatami dal Figliuolo di Rè di Tunisi, cioè quello che
venne alla Christianità, et hebbe per nome Don Filippo, questa lettera disse fù presa di nuovo d'
altri schiavi nascostamente, e l'hanno stracciata della quale nò restò se nò il sigillo, che sta
appresso di lui nel Livorno; mà la cosa che mi diede fastidio è questa, che sò di certo, che non
mi hà scritto per altro, se nò per trattar meco in torno la salute dell'anima sua, e come
l'hanno presa, così senza dubio l'hanno letta, e daranno nuova di quanto era alli padroni
di Tunisi. V.R. gratia di scriver una lettera à quel Sig.re, che conosce questo Turco
nel Livorno per essaminar molto bene tal caso, e levar dalle sue mani almeno quel sigillo.
Hò sperimentato di quanta efficacia siano le orationi di V.R. et delli miei carissimi F.F. R.ci e no-
vitij perche il numero delli convertiti và crescendo per magior gloria di quel Dio, che l'illumi-
na, in riguardo della sua infinita pietà, e carità verso le sue creature; E fin hora siamo arri-
vati il numero di cento, e trenta convertiti incirca, e dell'ultimi furono due huomini di molta
consideratione, novamente venuti dalla loro Patria presi per schiavi in questa Città, uno de' quali
nò credo, che si trovi qui un'altro, che sà quanto lui dell'alcorano, e setta mahomettana; questo
tale fù mandato à chiamare da me, et essendo comparso incomincià disputar meco con grandissime
ragioni per due hore incirca nella domenica 2da. della quadragesima, et alla fine da se stesso si acco-
rse della falsità mahomettana, nella quale fin hora era vissuto, e subito con grandissimo dis-
preggio incominciò parlare della setta sua con pregarmi che li illumini con quel lume che
Dio per sua pietà mise nella mente mia; partito che fù andò à predicar subito ad altri quello
che Dio mise nel cuor suo con la conversione di uno d'essi che da lui fù il giorno seguente
à me condutto per imparar i misteri della S.ta Fede. Stò preparando per far battezzar
soleńemente molti insieme nel giorno della S.ma Nunciata, credo che sarà fatta la fon-
tione del nuovo Arcivescovo nella Casa Professa. Per fine tronco ogni altro racconto di
casi particolari circa la conversione di questa gente per la scarsezza di tempo. Domenica
4. della quaresima hò da far un sermone in una congregatione de' filosofi, e Teologi dove spero
di piantar nel cuor loro qualche sentimento di sfugger il mondo per servir Dio, e la Sua
Vergine con la divotione de'fiori già come hò scritto à V.R. in varij luochi piantata.
Finisco con far humilis.a Riverenz'al N.P. con tutti gli altri di cotesta casa; et alli
loro S.ti Sacrificij molto mi raccomando. Genova 6. di Marzo 1665.
di V.R.
Humilis.ò Servo et indegnis.'mo in X.to figlio
Baldassare Loyola Mandes.

Ad maiorem Dei gloriam; ha venuto questa sera un certo Sig.re delli primi di questa Città à visitarmi
e trattar meco del Battesimo di due suoi schiavi, il benigno Sig.re se ne di tal mezzo, che
discorrendo con lui si determinò di far una confessione Generale, fatti gli diede qualche
tempi di prepararsi, e lo feci confessar da un Padre prima di partiri dal nostro Collegio.

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