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che il radiotelegrafista di servizio, che sta sempre in ascolto, abbia sentito l'"Italia" che chiamava IGJ (Città di Milano).
Mettiamo l'orecchio alla porta ma non si capisce niente. Si guarda per gli obloidi ma non si vedono che faccie in attenzione. La nostra stazione per un po' trasmette e per un po' tace, poi torna a trasmettere.
Facciamo cento ipotesi "Dunque erano veri i segnali intesi dalla Russia" - "Adesso andiamo subito a prenderli" . Ma dove? Ma come? E quanto c'è di vero? Però è certo che in tutti si è ridestata una speranza più viva. Eppure può essere una pura illusione del radiotelegrafista. Che ci sia qualcuno che si diverta a trasmettere segnali illusori sarebbe troppo crudele.
Intanto la porta resta chiusa e noi non sappiamo niente. Si decide intanto di andare a colazione restando a guardia per cacciare qualche notizia.
Sono arrivati nel frattempo anche quelli che sono alla palazzina, qualcuno li ha avvisati per telefono e sono corsi qui, interrompendo la colazione.
Ma per mezz'ora o tre quarti non sappiamo niente. [1]

Finita la colazione esco sul ponte e per fortuna dopo qualche momento esce dalla cabina il Signor Baccarani. "Embe!? Che c'è di vero?" - "E' certo che l'Italia

  1. Il 3 giugno Nikolay Schmidt un radioascoltatore russo dell'area di Arkangelo ha avuto per primo l'opportunità di ascoltare in modo confuso i segnali di SOS dalla Tenda Rossa. In seguito l'Ambasciata dell'Unione Sovietica comunicò il fatto all'Italia. Da Roma arrivò imperativo l'ordine di prestare la massima attenzione ed intensificare i turni di ascolto sulla "Città di Milano". Coincidenza volle che i frutti vennero da subito raccolti.
    Va ricordato che il 25 maggio, poche ore dopo la caduta, Biagi era già riuscito ad attivare la trasmittente Ondina 33 ed installato l'antenna ma la propagazione assieme al caso hanno voluto che soltanto il 3 giugno sia stato ascoltato dal radioascoltatore russo.