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reciterò le preghiere, poi quando saprò che la Croce è stata fissata telegraferò al S. Padre" - "Si, avviserò quando comincio e quando è finito".-
Così è ormai deciso: la mia spedizione polare è con ciò fallita perchè non farò neppure preghiere quando si fisserà la Croce. [1]
A mezzanotte tutto l'equipaggio si reca all'hangar.
Il Sole riscalda sensibilmente benchè sia basso - circa 10° Latitudine.

23 maggio
La Croce del Papa è stata foderata di sughero per assicurarsi che galleggi se sarà portata sull'acqua. Ne prendiamo alcune fotografie. Anche i norvegesi ne prendono fotografie. Solo verso le due e mezzo tutto sembra pronto, ma all'ultimo momento si trova che c'è una fessura che perde gas.
Ci vuole un'altra ora e mezzo per chiuderla e rifornire il gas.
Alle quattro si porta fuori il dirigibile. Il Generale mi ripete che se andrà al Polo mi avviserà secondo il convenuto: e ne parla anche al Comandante Romagna.
Avanti il dirigibile pronto per la partenza recito alcune preci dell'itinerario e dò la benedizione. Alle 4.1/2 il Generale Nobile dà il "lascia tutto".
Torno a bordo e celebro la S. Messa per il viaggio aereo.

In cabina perchè il quadrato è occupato dagli ufficiali.

  1. La sera del 22 Maggio 1928 per Padre Giuseppe Gianfranceschi cadono le residue speranze di essere parte attiva dell'equipaggio, di essere lui a gettare la Croce del Papa sul Polo Nord, di poter dirigere in diretta la piccola ceremonia, a bordo dell'aeronave. La delusione in tutta evidenza è cocente.