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Se si dicesse che siamo in un mare italiano in una serata d'inverno mezz'ora prima del tramonto non ci sarebbe niente di incredibile, ma il sole sta sul meridiano al Nord.
Prendo qualche fotografia e poi torno a dormire. Il mare è ancora grosso. Verso le quattro e mezza è più calmo.

2 Maggio Mercoledì.
Alle 4.1/2 il cielo è coperto, il mare più calmo. Ad oriente si vedono i monti nevosi della Forland.
Verso le 8 si piega la rotta e cominciano a vedersi i monti del Nord Ovest dello Spitzberg.
Mare calmo, si vedono galleggiare piccoli ghiacci. Comincia il movimento per l'arrivo. Sento il Comandante in seconda che dà ordini perchè alcuni marinai siano pronti per scendere a rompere il ghiaccio.
Si vede la Baia del Re, si distingue l'hangar, il pilone, e più a sinistra l'Hobby [1] preso tra i ghiacci.
Alle 10 si suona l'"a posto di manovra". La nave entra in uno specchio d'acqua seminato da frammenti di ghiaccio galleggianti. A poco a poco i frammenti si fanno più larghi e più fitti. Poi diventano vasche irregolari di più metri quadrati tra i quali la nave passa senza difficoltà. A qualche centinaio di metri da noi vediamo venirci incontro degli skiatori. Ci avviciniamo al ghiaccio che sembra compatto e coperto di neve, ma anche questo è solcato da crepacci.

Gli skiatori fanno ponte con gli ski sui crepacci. La nave procede ancora. Sui ghiacci c'è un trenta centimetri di neve fresca. I crepacci diventano più rari, e finiscono con lo scomparire. La nave si arresta. Poi macchina indietro,

  1. Piccola baleniera usata come nave appoggio in precedenza da Roald Amundsen, ora dall'esploratrice e filantropa americana Louise Arnie Boyd. Dopo la caduta del dirigibile, la Boyd acconsentirà di interrompere la sua crociera naturalistica, consentendo che il governo italiano la possa noleggiare in appoggio alle ricerche aeree, sia dei naufraghi sul pack a nord prima, che poi a sud-est dell'equipaggio di Amundsen.