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riusciamo a mangiare.
Anche a Firenze grande folla, grande entusiasmo, e fiori e fiori.
La vettura è sempre assediata anche mentre si viaggia. Il Generale si rifugia spesso nel mio scompartimento, il suo è zeppo di fiori. "Caro Generale, oggi è una delle più grandi fatiche della spedizione polare per lei" gli dico, ed egli sorride, e poi mi dice "Vedremo a Roma". - "Oh stia tranquillo sarà anche là grande entusiasmo". - "Il popolo si, ma le autorità ci saranno?" - Si vede che sta sempre in pensiero.
A sera andiamo al vagon restaurant dove il direttore del servizio dei vagoni ci fa passare asti spumante.
Alle 23.10 precise siamo a Roma.
Tutto è gremito. Nobile si affaccia dritto, immobile al finestrino, mentre la folla grida, applaude, si agita. Nobile è commosso, rientra, si mette a sedere nel mio posto. Viene il Governatore di Roma. Io cerco allontanarmi e scendere, ma non è facile. Nel corridoio incontro l'On. Sirianni che mi riconosce e mi stringe la mano. Le autorità ci sono. [1] Io posso andare.
Scivolo tra la folla, scendo, passo dietro le spalle dei militi che reggono la folla, mi avanzo, e sono

  1. Il timore del Generale Nobile è vinto: tanta folla festante ma anche le autorità.