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25 giugno Lunedì
Il cielo è in gran parte coperto da un denso strato di nebbia che resta a un centinaio di metri d'altezza.
Nella baia c'è un piccolo piroscafo che ieri sera non c'era. Sento che sono venuti giornalisti esteri da King's Bay. Appena hanno avuto la notizia dell'arrivo del Generale devono aver noleggiato il piroscafo. E devono essere partiti ieri sera poco dopo che il Generale era giunto.
Dicono che il Generale non è andato a letto, è restato sempre seduto nel divano senza dormire. Qui sulla nave sono un po' tutti di cattivo umore.

Dopo mezzogiorno facciamo una piccola spedizione in battello sulla costa dell'Isola dei Danesi e visitiamo ciò che resta della spedizione di Andrée. Si ritrovano le traccie dell'hangar, della cabina, del sistema di produzione del gas con varie casse di rottami piccoli di ferro, e una grande quantità di anilina che non so a che cosa servisse. [1]
Tutto questo è qui da 31 anni. Vi sono poi tre cumuli di sassi e su ciascuno una croce di legno senza nessun nome nè segno.
Sulla neve in parte disciolta si vedono varie orme di orsi.
Il comandante Romagna oggi non è venuto a mensa con noi. Non si sente niente di notizie, di impressioni. I giornalisti dicono che non possono mandare neppure una parola alla stampa.[2]

  1. Sull'"Eagle" di Andrée come sul dirigibile "Italia" l'anilina di colore rosso bruno, in ampolle o palle di vetro, serviva a verificare l'altezza raggiunta: si cronometrava il tempo dal lancio fino all'impatto sul pack.
  2. La spedizione "Italia" con la gestione dei soccorsi entra in una fase delicatissima. Le facilitazioni concesse alla stampa a trasmettere dalla "Città di Milano" messaggi alle redazioni vengono meno. Tutto il traffico radio si infittisce nel coordinamento dei soccorsi, dando priorità ai dispacci ufficiali.