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più vicini lo abbracciamo e baciamo. Gli sussurro l'augurio delle benedizioni del Signore. Appoggia il suo braccio sulle mie spalle per qualche passo, poi abbraccia qualche altro e rapidamente cercano di trasportarlo in cabina. Sul volto dei presenti ho visto le lacrime. Entro anch'io in cabina. Lo depositano sul divano. E' emaciato, stanco, con la barba lunga - si riconosce appena.
"Pare un sogno" dice il Comandante - "Ha notizie dell'apparecchio?" domanda il Generale - e allora soltanto ritrovo la sua voce - "Si" risponde il Comandante, "l'apparecchio è rovinato, ma i piloti sono salvi".
-"Io non volevo farmi portar via - volevo che portassero prima Cecioni. Cecioni sta male, là non guarisce ieri l'ho visitato, l'ho scoperto io stesso, sta come il primo giorno, non può guarire là" -
Intanto entra il pilota svedese che l'ha portato - "Vogliamo un momento restar soli noi tre, lei Comandante, e il pilota".
Va bene - e noi tutti ce ne andiamo.
Siamo rimasti avanti alla cabina per il corridoio quasi un'ora. Egli da ordini per ciò che bisogna portare ai naufraghi restanti. Domanda si prepari il bagno al fratello con cui è restato solo dice "Ma non sapevate che noi morivamo di fame?" - I giornalisti vorrebbero