Page:APUG 1293 Trionfo del Giappone Colomera.pdf/86

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ben fosti tù honesto all'hor che machinavi tradimento sì brutto, ben lo discopre il cielo nell'apparir di quelle acute spade ben lo scoverse ancora con la sua carta il viceRè di Toza e ben lo scopre ancora con un tremendo invito il mio cor, la mia mente.

[Si grida dentro]


Agos. ohime che gridi, e che sonor di trombe infausto è questo? ohime, ohime che miro? occhi miei che mirate? i miei cari maestri Dieco, Giovanni, e Paulo ohime in sù le croci appesi già, ò che sentenza ingiusta di barbaro Signore di tiranno crudele; morite ò serafini sotto sembianze humane, morite che la morte vi è più della vita dolce insieme e gradita

[di nuovo si grida dentro]


ohime che ferì colpo di lancie han trapassato à lor il petto, e à me meschino il core ò come corre il sangue in larga pioggia dalle vene, ò Dio come tengono l'hocchi sollevati nel cielo e perche le ferite non l'apporti dolore. Ricordati mio Paulo mio Dieco, e mio Giovanni di me meschino e lasso
e se furtivo