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Leon. gira pur quanto vuoi, che hor hor t'uccido, e sappi che Leontio è l'homicida.
Evan. deh che rumor fia questo ohime Leontio tiene un ferro ignudo, nè sò chi uccider voglia, il vuò pur liberare ferma il ferro, e la man Leontio infame.
Leon. ohime son discoverto, e mi convien fugire.
Evan. deh come fuggì ratto il traditore, mà vuò veder chi sia quest'infelice, à cui hò dato hoggi la vita, trema in scioglier la man, nè sò che affetto sento dentro il mio petto ohime, ohime che miro egli è Augustino il Duce.
Agos. molte gratie ti rendo cortese giovanetto della vita, ché hai dato hoggi ad un sventurato, e se la mia ventura non è tal, quale aspetto, questa vita ch'io vivo per opra di tua man sarà pur tua.
Evan. volentier quest'offerta sì liberal che fai, ò qualunque tu sei hor hora accettarei, s'io sapessi di certo che quel che hai nella lingua havessi ancor nel core
Agos. non dubitar