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Sino da quando si pose in campo la questione sui pretesi cambiamenti del Linneo, non mancai di tentare anch'io osservazioni col nostro rifrattore, al fine di precisare lo stato attuale del cratere, e vedere quanto fu da altri descritto, ma per una serie di circostanze contrarie, cosa che può sembrare incredibile, io non ho mai potuto osservare il Linneo nelle condizioni, come riescì così bene a loro ed al Respighi. Però domenica ultima, 26 Luglio, vidi una cosa nuova per me, e le mie osservazioni possono essere di qualche interesse, specialmente in riguardo all'ultima lettera, del Mädler, ed è perciò che mi faccio un dovere di comunicargliele.

Nella sera dunque del 26 c. l'atmosfera era di una purezza rara e l'aria in perfetta calma; diretto il cannocchiale dal rifrattore alla luna, diressi la mia attenzione al Linneo, nel quale potei osservare benissimo l'ombra interna, che ancora copriva quasi per intiero la conca di questo vulcano, la quale era soltanto illuminata per piccola porzione dalla parte di oriente; nell'esterno non vi erano ombre di sorta, ma la solita aureola bianca, corrispondente a un pendio leggierissimo; e quindi un poco meno chiaro dalla parte orientale. Nella sera del 28 le condizioni egualmente buone, e nel Linneo non vi era più l'ombra decisa della precedente sera ma dalla parte occidentale del disco centrale bianco corrispondente alla conca, osservavasi una traccia di leggiera sfumatura, che dava ancora indizio della cavità; apparenza questa che ho osservata


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