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Eminent.mo Sig.re e Proe mio colend.mo La bramatissima lettra di VEm.za insieme colla Patente per il Prete della monterella
mi fu capitata hieri con allegrezza e giubilo indicibile; onde ne resterò
per sempre obbligat.mo d'una gratia cosi singolare; e s'assecuri, che la gran Madre di
Dio, che se lascia vincere con simili beneficij, ricompensera V. Em.za con molte
criptate benedittioni. La Patente fu' al mio gusto a tal segno, che non saprei
veruna parola e particella, ô giungerne, ô toglierne. Ed acciò che l'in=
tentione di V. Em.za sia essequita e servita nostra benedetta Madre, invierò al detto Prete don Pierpaolo quantoprima la patente per l'investitura, e procurerò che gli
siano consegnate le chiavi sopra tutta la robba, sin qua acquistata constituendolo in
nome di V. Em.za amministratore di quel santo luogo. Del resto non mancherò della
mia parte, mentre che a consignare la comminciata impresa; con tutta forza della mia poca possanza, alla gloria di S.[..], e della santa madre; e come Vostra Eminenza e assoluto Padre del detto luogo, così farò che si dichino parecche litanie e si dichino le messe per la salute, e prosperità di Vostra Eminenza; e della sua gloriosa casa , acciò che Dio benedetto la conservi, prosperi enfatti, essalli qui in terra e poi con fecondità di meriti nella bramata immortalità nella Patria; e per fine baciando [reverentemente] il trapo della sagra porpora, le auguro ogni bene. Di Vostra eminenza

Roma, 30 di novembre 1670