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<lb/> di <abbr>V.R.</abbr> non è meno delitiosa. La nostra musicha
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<lb/> in questi posti non ha meno gloria di quella ch'abbi
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<lb/> costi in Roma. Che mi dice di mio <unclear></unclear> ? Che cosa
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<lb/> di questi altri nostri condiscepoli? Che <abbr>final.te</abbr>
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<lb/> aria fresca come l'autunnale. Mi passo ivi
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<lb/> ora il tempo oziosamente, che mentre l'ozio
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<lb/> non rincresca, giova. Al mio <abbr>cariss.o</abbr> f.Ferroni
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<lb/> uno cordialissimo saluto, merata assai, gli voglio
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<lb/> sole, di una mattinata molto fresca. Ma non 
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<lb/> voglio già dire ogni cosa in questa lieta <unclear></unclear>
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<lb/> Umilissimo servo Christoforo <abbr>Cent.</abbr>

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Molto R.do in Χ.to P.re P.Χ P. Attanasio mio singolariss.o amico e Protte.
desidero nova di lei, e delle cose nostr. Le
delitie di Tivoli sono ammesse; ma la conversatione
di V.R. non è meno delitiosa. La nostra musicha
in questi posti non ha meno gloria di quella ch'abbi
costi in Roma. Che mi dice di mio  ? Che cosa
di questi altri nostri condiscepoli? Che final.te
di Padri nostri fautori; oneste sono materie
p. risposte di volumi intieri. Non si può creder
quanto mi senta più allegro è migliorato di quest
aria fresca come l'autunnale. Mi passo ivi
ora il tempo oziosamente, che mentre l'ozio
non rincresca, giova. Al mio cariss.o f.Ferroni
uno cordialissimo saluto, merata assai, gli voglio
bene; il mio viaggio fu feliciss.o sempre senza
sole, di una mattinata molto fresca. Ma non
voglio già dire ogni cosa in questa lieta
il resto p. qualche altra doppo questa. Mi
comandi e mi mantengi in sua gratia in quell
ottimo luogo nel quale mi ha posto. Pregi p. me
ch'io li v obbligatiss.o p. tanti famosi che
mi fà di continuo. Tivoli li 15 Luglio 1648
V.R.
Umilissimo servo Christoforo Cent.